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Ammasso Globulare dell’Ercole

Intorno alla nostra Galassia orbitano dei piccoli ammassi di stelle noti come ammassi globulari. La forza di attrazione gravitazionale determina, con le sue simmetrie, la forma di questi gruppi di centinaia di migliaia di stelle che assumono un aspetto pressoché sferico. Sono 158 gli ammassi globulari orbitanti intorno al centro della nostra galassia; un numero assai piccolo se rapportato a quello delle galassie più grandi dove se ne contano a migliaia. Le stelle che formano gli ammassi globulari sono molto antiche, tanto quanta l’età della nostra galassia. La peculiarità di questi corpi celesti è l’elevata densità stellare: nello spazio che separa il Sole dalla stella più vicina, Proxima Centauri, troveremmo più di mille stelle! Queste condizioni rendono gli ammassi globulari un ambiente ostile alla formazione di sistemi planetari stabili. Malgrado ciò, il 16 novembre del 1974, venne inviato dal radiotelescopio di Arecibo (Porto Rico) un messaggio in direzione di uno degli ammassi globulari più noti tra quelli orbitanti intorno alla nostra galassia: l’ammasso globulare dell’Ercole. Ovviamente non abbiamo ottenuto ancora nessuna risposta, anche perché il segnale raggiungerà quelle stelle tra circa 25 mila anni. Infatti, tale ammasso globulare, il più luminoso del cielo boreale, dista 25100 anni luce dal Sole e contiene diverse centinaia di migliaia di stelle. Di seguito potrete ascoltare il “messaggio di Arecibo”:

Questo messaggio contiene, in formato binario, numerose informazioni relative alle principali discipline scientifiche quali la matematica, la chimica, la biologia e l’astronomia.

DETTAGLI: l’immagine è stata ripresa con una CCD ATIK 383L+ monocromatica e telescopio Ritchey-Chrétien 203 mm f/8. Essa è realizzata a partire da 24 scatti effettuati utilizzando filtri rosso, verde, blu e luminanza. Riprese effettuate il 16/05/2015 da Saint Barthélemy (AO). Dati tecnici disponibili all’indirizzo https://www.astrotrezzi.it/2015/05/m13-ngc-6205-16052015/ .

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La Via Lattea

Quante notti passate ad osservare le stelle: piccoli puntini che illuminano la vastità del cielo notturno. Oggi, dai cieli più bui d’Italia possiamo osservare fino a mille stelle ad occhio nudo ma in realtà sono molte, molte di più. Le macchine fotografiche ci hanno permesso infatti di scoprire che anche piccole porzioni di cielo contengono in realtà decine, centinaia, migliaia di stelle.

Tutte le stelle che osserviamo e che possiamo osservare di notte, più di 200 miliardi, appartengono a quella che noi chiamiamo Galassia, con la G maiuscola. Questa è la nostra casa, il luogo dove il Sole e la Terra si sono formati circa cinque miliardi di anni fa.

Immagine di una porzione della Via Lattea ripresa dall’Alpe Giumello – Casargo (LC). A destra un ingrandimento di alcune parti per mostrare l’enorme numero di stelle in essa contenute. [foto ASTROtrezzi]

La nostra galassia però non è un insieme omogeneo di stelle. La maggior parte di esse, tra cui il Sole, sono disposte lungo un disco la cui sezione appare ad occhio nudo come una striscia luminosa irregolare, di colore bianco, che attraversa l’intera volta celeste. A seguito della sua morfologia, gli antichi Romani la chiamarono Via Lactea, la “via del latte”. Per gli Egizi invece, essa era la controparte celeste del fiume Nilo.

Via Lattea estiva ripresa dal centro storico di Varenna (LC). [foto ASTROtrezzi]

Visibile ad occhio nudo anche dai cieli dell’alto Lario, in fotografia è possibile apprezzarne i colori e i particolari. Regioni chiare e scure si alternano a nebulose colorate. Le regioni chiare sono costituite da stelle mentre quelle scure sono polveri più o meno dense che si intrapongono tra noi e le altre stelle. Infine le nebulose, di colori che spaziano tra il rosso ed il blu, sono i residui di esplosioni di vecchie stelle e/o luoghi da cui nasceranno nuove stelle.

Proseguite nella visita attraversando nebulose ed ammassi stellari, scoprendo che la Galassia non è l’unica nel nostro Universo. Centinaia di miliardi di isole, ciascuna contenente centinaia di miliardi di stelle, ci attendono là fuori, nell’immensità del cielo.

DETTAGLI: l’immagine è un mosaico di tre immagini riprese con una Canon EOS 500D modificata per l’astrofotografia e obiettivo Canon EF-S 18-55mm f/3.5 utilizzato a 18 mm di focale, tutta apertura. Ogni immagine del mosaico è la somma di 10 scatti, ciascuno esposto 180 secondi a 1600 ISO. Riprese effettuate il 19/07/2015 dal rifugio Dosdé, Valdidentro (SO). Dati tecnici disponibili all’indirizzo https://www.astrotrezzi.it/2015/07/via-lattea-19072015/ .

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Unistellar eVscope eQuinox

Unistellar è un’azienda di francese fondata nel 2015 allo scopo di realizzare telescopi completamente automatizzati in grado di garantire l’osservazione del cielo notturno anche a chi non dispone di un vero e proprio know-how astronomico. In questo articolo andremo in particolare a presentare il telescopio Unistellar eVscope eQuinox, distribuito in Italia da Auriga a partire dal 2022.

Lo Strumento

Dal punto di vista ottico, Unistellar eVscope eQuinox è un telescopio Newton con uno specchio primario del diametro di 114 mm (figura 1).

Figura 1: il telescopio Unistellar eVscope eQuinox

Lo specchio secondario è assente e, nel fuoco del primario è situato un sensore CMOS a colori non raffreddato Sony Exmor IMX224. Le dimensioni effettive del sensore sono 4.8 x 3.6 mm mentre il lato del singolo pixel quadrato è 3.75 µm. Il numero di pixel utilizzati per la ripresa delle immagini sono pertanto 1280 x 960 ovvero 1.23 Megapixel. Questo sensore è caratterizzato da un rumore estremamente basso ed un’alta sensibilità alla luce visibile ed al vicino infrarosso (NIR technology). Malgrado le immagini prodotte dal sensore abbiano dimensioni 1280 x 960 pixel, Unistellar eVscope eQuinox genera immagini da 2560 x 1920 pixel, ottenuta attraverso processi di interpolazione software. Il sensore è montato fisicamente all’interno di un tubo metallico nero con filettatura di tipo C-mount.

La lunghezza focale del telescopio è 450 mm e pertanto l’apertura risulta essere f/3.9. L’assenza dello specchio secondario e la sua sostituzione con un sensore digitale dovrebbe portarvi alla conclusione che con Unistellar eVscope eQuinox non è possibile osservare il cielo notturno utilizzando oculari o altri dispositivi ottici. L’osservazione, vedremo in seguito, è pertanto possibile unicamente attraverso dispositivi mobile quali smartphone e tablet.

Il campo di vista (FOV) ripreso dal sensore è 27 x 37 arcmin con una risoluzione dell’immagine pari a 1.72 arcsec/pixel. Il processo di ingrandimento digitale dell’immagine però dimezza questo fattore a 0.86 arcsec/pixel. Il fattore di crop per il sensore Sony Exmor IMX224 è 7.21 che si traduce in una focale effettiva di 3244 mm.

Per verificare quanto dichiarato fino ad ora abbiamo fatto analizzare al software PixInsight un’immagine della nebulosa planetaria M57 ripresa da Varenna (LC) il 19/07/2022 (figura 2).

Figura 2: nebulosa planetaria della Lira (M57) ripresa da Varenna (LC) il 19/07/2022 con Unistellar eVscope eQuinox. Tempo di integrazione cinque minuti.

Il risultato ottenuto è riportato in figura 3. Come si può notare il FOV calcolato da PixInsight, 27 arcmin 25.5 arcsec x 36 arcmin 34 arcsec è perfettamente in accordo con quanto riportato dal produttore. Come si vede la lunghezza focale misurata è 902.51 mm, il doppio di quella del telescopio. Questo è dovuto al fatto che le immagini risultano quattro volte più grandi di quelle native del sensore. La risoluzione invece è in accordo con quanto da noi riportato, con un valore misurato di 0.857 arcsec/pixel.

Figura 3: risultato dell’applicazione dell’algoritmo “Image Plate Solver” di PixInsight all’immagine ripresa con Unistellar eVscope eQuinox riportata in figura 2.

Unistellar eVScope eQuinox è dotato di montatura altazimutale al cui interno è stato montato un piccolo computer. Scopo di quest’ultimo è il controllo della montura, l’acquisizione e l’elaborazione delle immagini nonché il salvataggio delle stesse su una memoria interna delle dimensioni di 64 GB. Altra fondamentale funzione è quella di hot-spot Wi-Fi con cui è possibile collegare fino dieci dispositivi mobili contemporaneamente. Durante i nostri test la connessione ad Unistellar eVscope eQuinox è risultata stabile su entrambe i dispositivi collegati (smartphone Motorola Moto G60s e tablet Lenovo Tab M10 HD seconda generazione) anche a metri di distanza dello strumento e con ostacoli sulla linea di vista.

I movimenti del telescopio in azimut ed altezza sono fluidi e precisi seppur abbastanza rumorosi. La velocità media dei motori stimata dai nostri test utilizzando il moto libero dalla App Unistellar (v.2.0.2) è pari a circa 0.26°/sec. Non è possibile dividere l’ottica dalla montatura che risulta pertanto essere un corpo unico.

Il sistema montatura altazimutale – telescopio è fissato grazie a due comode manopole su un cavalletto robusto a tre sezioni dotato di bolla rotonda del peso di 2 kg (vedi figura 4). Nell’esemplare in esame, Unistellar fornisce una coppia di manopole di ricambio.

Figura 4: il robusto cavalletto di Unistellar eVscope eQuinox con la pratica bolla.

Unistellar fornisce anche un set di chiavi utili per ogni esigenza: dalla manutenzione dello strumento, al serraggio delle viti del cavalletto alla collimazione del telescopio. Nei nostri test il cavalletto è sempre stato utilizzato su terreni stabili in cemento, pietra o piastrelle pertanto non abbiamo informazioni riguardo alla stabilità del sistema nel caso di terreni sterrati o coperti da vegetazione.

A corredo è stato fornito un alimentatore con connettore USB-C al fine di caricare la batteria di Unistellar eVscope eQuinox montata internamente alla base della montatura altazimutale. Il connettore dell’alimentazione va inserito nella rispettiva presa USB-C disposta sotto il braccio della montatura altazimutale (figura 5A). Una posizione decisamente scomoda in quanto è necessario chinarsi per identificare la porta ove inserire il connettore.

Figura 5: A) il connettore USB-C per la ricarica delle batterie di Unistellar eVscope eQuinox. B) l’indicatore led di ricarica.

Inserito il connettore il tasto di accensione del telescopio, situato a lato del braccio della montatura altazimutale inizia a lampeggiare al fine di segnalare lo stato di ricarica (figura 5B). Nel modello in esame questo non è successo alla prima ricarica dove l’indicatore led è rimasto spento.

Nei pressi della porta USB-C è disponibile anche una porta USB tradizionale per la ricarica di dispositivi quali smartphone e/o tablet. Durante i nostri test la batteria di Unistellar eVscope eQuinox ha permesso circa sette ore di osservazioni utilizzando in modo intensivo motori e camera. Questo valore è ben al di sotto delle 12 ore dichiarate da Unistellar. Facciamo notare come Unistellar eVscope eQuinox non si riporti automaticamente in home position quando sta per terminare la propria batteria ma si blocca nella posizione corrente (figura 6). Inserire un alimentatore esterno non permette di muovere istantaneamente il telescopio. È necessario, pertanto, attendere un tempo piuttosto lungo affinché la batteria interna raggiunga uno stato di carica sufficiente per muovere il telescopio. Questo perché l’alimentazione del computer di bordo non è in parallelo a quello della batteria ma in serie. Inoltre, come riportato anche in bibliografia, l’indicatore di carica fornito dalla App di controllo del telescopio non è affidabile riportando o sempre “Full” (carica 100%) oppure passando da meno di tre quarti (carica < 75%) a zero in meno di mezz’ora.

Figura 6: Unistellar eVscope eQuinox bloccato nella posizione corrente al completo esaurimento della batteria. Nel caso in esame non era più possibile smontare lo strumento in sicurezza richiedendo l’utilizzo di un alimentatore esterno ed un tempo sufficiente per raggiungere uno stato di carica minimo delle batterie interne.

La App gratuita di controllo di Unistellar eVscope eQuinox è disponibile in sola lingua inglese con il nome di Unistellar. È compatibile con dispositivi Apple e Android. Nei nostri test, dove non indicato diversamente, abbiamo utilizzato la versione per Android Unistellar v.2.0.2, rilasciata il 21 luglio 2022. Non si sono osservate incompatibilità con i dispositivi utilizzati né crash inaspettati dell’applicazione. Si riporta un numero esiguo di volte (< 5%) in cui l’applicativo rimane bloccato sulla schermata di avvio (figura 7). In tal caso è necessario chiudere e riaprire l’app.

Figura 7: schermata di avvio dell’applicativo Unistellar

Il telescopio Unistellar eVscope eQuinox in esame mi è stato consegnato collimato. Al fine di testare la collimazione abbiamo scollimato il telescopio volontariamente per collimarlo di nuovo utilizzando le due viti di collimazione presenti nella culatta del telescopio e la chiave fornita nel kit da Unistellar (figura 8A). Il processo di collimazione è abbastanza noioso e richiede una mano sufficientemente esperta. La procedura che abbiamo seguito durante i test è la seguente:

  1. Puntare una stella sufficientemente luminosa (Vega nel nostro caso).
  2. Sfuocare la stella.
  3. Regolare manualmente i parametri dell’esposizione (gain, tempo di esposizione) al fine di visualizzare bene l’immagine del secondario e dei relativi supporti.
  4. Movimentare lentamente le due viti di collimazione fintanto che l’immagine del secondario non sia centrata e i relativi supporti appaiano sufficientemente nitidi (figura 8B).

Figura 8: A) viti di regolazione dello specchio primario utilizzate in fase di collimazione del telescopio Unistellar eVscope eQuinox. B) immagine sfuocata di Vega al termine del processo di collimazione.

La parte più tediosa di questo processo è legata al fatto che, quando viene stratta o allentata una vite di collimazione, la stella si muove uscendo talvolta dal campo. Un buon compromesso è muovere la vite di collimazione con una mano e nel frattempo, con l’altra, utilizzare la app Unistellar per mantenere la stella nel campo di vista. Un processo che richiede pazienza e precisione e che comunque viene effettuato raramente. Infatti, durante tutti gli spostamenti effettuati Unistellar eVscope eQuinox ha sempre mantenuto un buon grado di collimazione dimostrando un’ottima qualità meccanica, specialmente se si considera che l’ottica è un Newton con apertura f/3.9.

Malgrado i due processi di collimazione del telescopio (quello fatto in fabbrica e quello fatto da noi durante i test), lo strumento esaminato ha sempre mostrato del coma asimmetrico. In particolare, le stelle in alto a sinistra del campo mostravano un evidente coma rispetto alle altre presenti nel campo come visibile in figura 9.

Figura 9: A) Immagine dell’ammasso aperto M11 ripreso con Unistellar eVscope eQuinox il 03 agosto 2022 da Briosco (MB). Tempo di esposizione cinque minuti. B) zoom dei quattro angoli dell’immagine. Il settore alto-sinistra è quello che soffre maggiormente di coma.

Configurazione ed utilizzo

Per iniziare ad utilizzare Unistellar eVscope eQuinox è necessario disporre il treppiede su un terreno stabile e utilizzare la bolla rotonda per mettere in bolla il cavalletto e quindi lo strumento. A questo punto si inserisce il sistema ottica-montatura nell’apposito foro prestando attenzione a non muovere il treppiede e si fissa il tutto utilizzando le due apposite manopole (figura 10).

Figura 10: le due manopole di fissaggio del sistema telescopio-montatura con il treppiede.

Malgrado i 7 kg dello strumento l’operazione avviene in modo piuttosto agevole.

Senza rimuovere il tappo dello strumento lo accendiamo premendo l’apposito tasto (figura 11A). Un led ci indicherà che lo strumento è acceso e dopo pochi secondi si potrà vedere la rete Wi-Fi di Unistellar eVscope eQuinox nella lista delle reti disponibili del vostro dispositivo mobile (figura 11B). Il nome di questa rete è eVscope seguito dal numero seriale dello strumento. Il nome della rete può comunque essere modificato utilizzando l’app Unistellar. Per utilizzare Unistellar eVscope eQuinox è pertanto necessario agganciarsi a questa rete Wi-Fi con il nostro dispositivo mobile (smartphone o tablet).

Figura 11: A) Il tasto di accensione dello strumento. B) La rete Wi-Fi generata da Unistellar eVscope eQuinox a cui è necessario agganciarsi al fine di utilizzare il telescopio.

Una volta connessi ad Unistellar eVscope eQuinox, sarete pronti per avviare la app Unistellar. È evidente che non potrete utilizzare altre reti Wi-Fi con il vostro dispositivo mobile quando siete connessi al telescopio. Durante i nostri test abbiano inoltre notato come non sia possibile connettersi al telescopio se l’antivirus del vostro dispositivo mobile è configurato ad un livello di protezione elevato o se avete attiva una VPN. In tal caso vi suggeriamo di modificare le impostazioni del vostro antivirus (al limite disattivandolo se non avete attive connessioni ad internet) o spegnere la VPN.

Una volta avviata l’applicazione Unistellar, con questa sarà possibile:

  • Puntare un oggetto di quelli a catalogo mostrati come una lista direttamente nella home page dell’applicativo.
  • Muovere manualmente il telescopio e modificare le impostazioni della camera di ripresa.
  • Configurare il proprio strumento.
  • Attivare il programma di ricerca scientifica.
  • Accedere all’album delle immagini riprese con Unistellar eVscope eQuinox.

Ovviamente la prima operazione da compiere è la configurazione del proprio strumento. Innanzitutto, bisogna dire all’applicativo che voi siete colui che gestirà il telescopio (master) e non un utente del pubblico (slave), il quale potrà “solo” osservare e salvare le immagini acquisite da Unistellar eVscope eQuinox. In linea di principio questa è la configurazione di “default” per il primo dispositivo mobile connesso ma è capitato raramente durante i test che l’applicazione si dimenticasse del vostro ruolo. Se siete un utente slave e volete salire al rango di master vi verrà chiesto il numero seriale dello strumento.

Tra le numerose configurazioni presenti, le seguenti le riteniamo estremamente importanti:

  • Indicare la qualità del cielo da cui state osservando il cielo scegliendo tra City (cielo urbano ovvero alto inquinamento luminoso), Suburb (cielo sub-urbano o a medio inquinamento luminoso) e Countryside (cielo rurale o a basso inquinamento luminoso). Nei nostri test abbiamo utilizzato tutte e tre le configurazioni avendo osservato da Briosco (MB) con cielo ad alto inquinamento luminoso (Bortle classe 6), da Varenna (LC) con cielo a medio inquinamento luminoso (Bortle classe 4) e da Courmayeur (AO) con cielo a basso inquinamento luminoso (Bortle classe 3). Non è indicato come questa opzione influisce sugli algoritmi di riduzione dell’inquinamento luminoso ma è bene settarla nel modo corretto per ottenere i risultati previsti dagli ingegneri di Unistellar.
  • Altra informazione importante è la limitazione della finestra di cielo visibile nel caso in cui siano presenti ostacoli o nel caso in cui si stia usando Unistellar eVscope eQuinox collegato alla rete elettrica.
  • Possiamo indicare il formato delle immagini (circolari, rettangolari o entrambe) e delle coordinate riportate in esse, riprese da Unistellar eVscope eQuinox.
  • Possiamo dire se invertire le direzioni del joystick di controllo della movimentazione manuale dello strumento oltre attivare/disattivare la vibrazione che il vostro dispositivo mobile farà ogni volta che il telescopio verrà movimentato manualmente. Si consiglia di disattivare questa ultima funzionalità al fine di ridurre il consumo della batteria del vostro dispositivo mobile.
  • Mantenendo il tappo di protezione sul telescopio è possibile calibrare il sensore. Questa operazione permetterà ad Unistellar eVscope eQuinox di raccogliere un certo numero di immagini al fine di stimare il rumore termico ed elettronico della camera Sony Exmor IMX224. Non vengono fornite specifiche dall’azienda e pertanto quello che possiamo immaginare è che il processo di calibrazione del sensore consista nella produzione di quello che in astrofotografia viene chiamato master dark e master bias. Possiamo anche pensare che, data la posizione fissa del sensore, in fase di produzione dello strumento venga prodotto anche un master flat per la riduzione della vignettatura dalle immagini.

Una volta calibrato il sensore, potete rimuovere il tappo dallo strumento e muoverlo centrando una stella abbastanza luminosa. Questa ci permetterà di effettuare una prima messa a fuoco dello strumento. La movimentazione può essere fatta attraverso l’app Unistellar. Per un neofita non è semplicissimo puntare lo strumento verso una stella non avendo questo un cercatore integrato. D’altronde è anche vero che basta puntare lo strumento in una posizione a caso del cielo per avere una stella sufficientemente luminosa per una prima messa a fuoco. Avere un cercatore integrato poteva comunque essere uno strumento utile come dimostrano le numerose immagini presenti in rete di cercatori “attaccati creativamente” da numerosi utenti ad Unistellar eVscope eQuinox (vedi figura 12).

Figura 12: cercatore affrancato a Unistellar eVscope eQuinox (foto gruppo Facebook eVscope & eQuinox Users Global, tutti i diritti sono riservati)

Per mettere a fuoco la stella utilizziamo la comoda ghiera di messa a fuoco mostrata in figura 13. La movimentazione è fluida e garantisce una buona messa a fuoco in brevissimo tempo.

Figura 13: ghiera di messa a fuoco di Unistellar eVscope eQuinox

Una volta che abbiamo messo a fuoco grossolanamente il nostro strumento proseguiamo con la calibrazione della posizione. Questa può essere fatta sempre utilizzando la app Unistellar. Una volta avviato il processo di calibrazione della posizione Unistellar eVscope eQuinox effettuerà una risoluzione del campo ripreso nella posizione corrente attraverso il processo che in astrofotografia prende il nome di plate solving. Risolta la posizione corrente il telescopio proverà a muoversi e risolvere altre porzioni di cielo finché non raggiungerà l’accuratezza richiesta. Al termine del processo, la app Unistellar avviserà l’utente che la calibrazione è andata a buon fine. Da quel punto in poi Unistellar eVscope eQuinox sarà in grado di puntare qualsiasi oggetto della volta celeste, sia esso presente nel catalogo (puntamento diretto) o no (puntamento manuale tramite coordinate celesti). Durante i nostri test la calibrazione della posizione è fallita praticamente sempre (> 70%) se la si fa quando il telescopio è in posizione di home. Questo è un problema noto in molti sistemi altazimutali a puntamento automatico. Se invece si muove lo strumento in altezza di almeno 10-15° allora la calibrazione della posizione durante i nostri test non è mai fallita. Ovvio che fallire la posizione di default all’avvio del telescopio non ci sembra personalmente una scelta saggia. In ogni caso, come appena descritto, il problema è facilmente risolvibile.

Una volta calibrata la posizione si prosegue con la messa a fuoco precisa dello strumento. Per fare questo chiediamo all’App Unistellar di puntare una stella luminosa (come ad esempio Arturo, Vega o Altair utilizzate nei nostri test). Unistellar eVscope eQuinox in un paio di minuti andrà a puntare la nostra stella mettendola al centro del campo ripreso dalla camera Sony Exmor IMX224. Togliamo quindi la maschera di Bahtinov dalla parte interna del tappo dello strumento e montiamola come mostrato in figura 14.

Figura 14: la maschera di Bahtinov montata su Unistellar eVscope eQuinox.

A questo punto la stella mostrerà l’immagine di diffrazione della maschera. Vi consigliamo di utilizzare le impostazioni manuali della camera per ridurre i tempi di esposizione in modo da migliorare la qualità dell’immagine di diffrazione della maschera. Utilizzando la ghiera di messa a fuoco andremo a modificare tale immagine fino a raggiungere la condizione ideale riportata in figura 15.

Figura 15: Immagine di diffrazione della maschera di Bahtinov di Unistellar eVscope eQuinox. A) Immagine ripresa abbassando il tempo di esposizione della camera affinché sia più evidente la simmetria indotta da una buona messa a fuoco. B) Immagine ripresa con le impostazioni automatiche della camera.

Una volta che l’immagine di diffrazione è simmetrica, rimuoviamo la maschera: il telescopio è pronto per essere utilizzando al massimo delle proprie potenzialità.

L’app Unistellar ci permette a questo punto di scegliere tra gli elementi a catalogo, che possono essere ordinati per:

  • Raccomandati da Unistellar,
  • Ordine di apparizione del cielo,
  • Ordine alfabetico,
  • Ordine di prossimità dell’oggetto attualmente visualizzato.

Il tutto può essere ulteriormente filtrato per visibilità o per tipologia di oggetto scegliendo tra:

  • Pianeti,
  • Asteroidi,
  • Galassie,
  • Nebulose,
  • Ammassi di stelle,
  • Stelle,
  • Comete,
  • Altro.

Ovviamente poi è stato previsto un tasto cerca per cercare manualmente un oggetto indicandone il nome o il numero di catalogo.

Una volta selezionato l’oggetto desiderato, la app ci fornirà una breve descrizione dello stesso, la sua posizione all’interno della costellazione che lo contiene (figura 16) e premendo il tasto “go to” Unistellar eVscope eQuinox si muoverà e punterà l’oggetto desiderato mettendolo al centro del campo di ripresa.

Figura 16: Parte delle informazioni fornite dall’app Unistellar relative all’oggetto celeste selezionato.

Sulla parte di selezione degli oggetti da parte dell’App Unistellar ci permettiamo di riportare alcuni aspetti comici ed altri invece più critici:

  • Unistellar consiglia come l’oggetto più interessante del cielo la stella Fawaris nella costellazione del Cigno. Tutti si stanno ancora chiedendo perché 🙂
  • Nei filtri è possibile selezionare le “Nebulose” senza distinguere tra planetarie e diffuse.
  • Nei filtri è possibile selezionare gli “Ammassi stellari” senza distinguere tra ammassi aperti e globulari.
  • Non è possibile filtrare per costellazione. L’assenza di questa opzione pesa molto durante una serata osservativa in cui un utente potrebbe voler “vedere” tutti gli oggetti presenti in una determinata costellazione.

A parte il primo punto, gli altri tre generano un problema abbastanza serio di usabilità. Durante i nostri test spesso si è passati attraverso una seconda applicazione per decidere quale oggetto osservare.

Abbiamo infine provato durante i nostri test a puntare un oggetto utilizzando le sue coordinate ed il risultato è stato soddisfacente con l’oggetto posto al centro del campo inquadrato.

Una volta che Unistellar eVscope eQuinox punta un oggetto, questo viene ripreso in tempo reale, modalità live view, dalla camera Sony Exmor IMX224. È possibile, inoltre, avere una enhanced vision dell’oggetto, ovvero invece che osservare l’immagine in tempo reale il computer a bordo di Unistellar eVscope eQuinox andrà ad integrare le singole immagini. Ad intervalli di tempo fissati, gli utenti vedranno quindi sulla loro app l’immagine dell’oggetto celeste con un dettaglio via via migliore all’aumentare del tempo di integrazione. Questa tecnica è nota in astrofotografia con il nome di live stacking. Live view e live stacking forniscono entrambi immagini “vive” nel senso che vengono generate nello stesso momento in cui voi siete di fronte al vostro telescopio sotto un cielo stellato. Durante i nostri test abbiamo utilizzato sia la modalità live view che live stacking. Nel secondo caso è stato possibile ottenere ottime immagini di oggetti del profondo cielo come mostrato in figura 17.

Figura 17: Esempio di immagine catturata in modalità “enhanced vision” da Unistellar eVscope eQuinox da Varenna (LC).

Le immagini acquisite possono essere salvate sul vostro dispositivo mobile e visualizzate nella relativa galleria dell’app Unistellar. Sempre dalla galleria è possibile inviare le vostre immagini astronomiche via bluetooth, e-mail o condividerla sui social network.

Durante i test effettuati abbiamo sperimentato anche la modalità ricerca scientifica analizzando l’attività cometaria della cometa C/2017 K2 (PANSTARRS). L’app Unistellar guida così l’utente alla misura della luminosità della cometa e all’invio dei dati raccolti ai programmi di ricerca dedicati. Questa funzionalità prevede la registrazione al sito Unistellar dove troverete anche vere e proprie campagne di misure amatoriali.

Acquisizione ed analisi delle immagini

Le immagini acquisite dai tre luoghi di osservazione (Varenna, Briosco, Courmayeur) sono mostrate nella galleria seguente:

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La magnitudine raggiunta nelle riprese di M27 è stata 15.55 (Figura 18) con 5 minuti di ripresa da cieli urbani o sub-urbani in accordo con quanto riportato da Unistellar (magnitudine limite da cieli inquinati < 16). Purtroppo, i test effettuati da cieli più bui non hanno permesso di eseguire pose più lunghe di due minuti per motivi che verranno illustrati in seguito.

Figura 18: M57 ripresa rispettivamente da A) Briosco, B) Varenna e C) Courmayeur.

Durante l’utilizzo il telescopio ha sempre puntato ed inseguito correttamente gli oggetti celesti ad eccetto della serata di test a Courmayeur dove il telescopio ha mostrato seri problemi di inseguimento come mostrato nel video seguente:

Dopo un periodo di corretto inseguimento della galassia di Andromeda (M31), Unistellar eVscope eQuinox ha iniziato a derivare senza nessun apparente motivo.

Una cosa analoga è successa durante la serata di test a Briosco dove, dopo aver puntato Saturno il telescopio non era più in grado di puntare altri oggetti. Non siamo stati in grado di determinare la natura di tale problema che potrebbe essere software o hardware. In letteratura si trovano testimonianze di utenti che hanno avuto le stesse problematicità associate spesso ad aggiornamenti software. Nel nostro caso abbiamo utilizzato Unistellar eVscope eQuinox con versioni della app Unistellar 2.0.2 e 2.0.1. L’upgrade/downgrade del software nel nostro caso non ha avuto effetto. In entrambe i casi la app diceva che la batteria interna era completamente carica ma, come detto in precedenza, questo indicatore non è sempre affidabile. Quello che non è chiaro è perché solo alcuni utenti (tra cui noi) hanno sperimentato questo difetto.

Infine, abbiamo “osservato” la Luna e Saturno con Unistellar eVscope eQuinox. Le immagini acquisite sono riportate nella galleria seguente:

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Conclusioni

Unistellar eVscope appartiene ad una nuova classe di strumenti astronomici dedicati alla divulgazione scientifica. L’aumento indiscriminato dell’inquinamento luminoso ha posto un grosso limite alle osservazioni pubbliche che si sono ridotte alla sola osservazione visuale di Luna e pianeti. Osservare ad occhio nudo ammassi stellari, nebulose e galassie è diventato praticamente impossibile dalle grandi città. Dato che l’inquinamento luminoso è spesso associato ad una elevata densità abitativa, la maggior parte dei possibili nuovi appassionati di Astronomia non potranno mai aver accesso alla visione del profondo cielo se non spostandosi di decine e decine di chilometri dalle loro città.

Unistellar eVscope eQuinox cerca di limitare i danni fornendo immagini di oggetti del profondo cielo acquisite dalla città durante le osservazioni pubbliche. L’occhio umano viene così sostituito da quello elettronico mantenendo comunque vivo il concetto di qui ed ora. Con questo Unistellar eVscope non minimizza il problema dell’inquinamento luminoso ma cerca di appassionare il maggior numero di persone all’Astronomia al fine di convincere la popolazione che osservare il cielo è bello e per farlo con i propri occhi è necessario ridurre l’inquinamento luminoso.

Questa lunga introduzione è stata scritta proprio per indicare il target di Unistellar eVscope ovvero la divulgazione astronomica attraverso l’osservazione degli oggetti del profondo cielo.

Ovviamente una osservazione pubblica per essere completa dovrà affiancare ad Unistellar eVscope un telescopio ottico con cui osservare Luna e pianeti, soggetti ancora visibili ad occhio nudo dalle città e che esulano dallo scopo di Unistellar eVscope eQuinox come i nostri test hanno dimostrato. Le immagini di Luna e Saturno riprese infatti sono decisamente inferiori all’osservazione diretta ad occhio nudo.

Unistellar eVscope eQuinox inoltre è uno strumento estremamente portatile. Un astrofotografo esperto sarebbe infatti capace di produrre un sistema simile a Unistellar eVscope eQuinox con un budget decisamente inferiore, ma sfido chiunque a farlo nella maniera così compatta come è riuscita a realizzarlo Unistellar. Infatti, Unistellar eVscope eQuinox è costituito solo da due parti ed un dispositivo mobile (tablet o cellulare).

Molto può essere ancora fatto in termini di usabilità dell’app Unistellar, ma la semplicità di utilizzo dello strumento è sotto gli occhi di tutti. In pochi minuti lo strumento è pronto per “osservare” il cielo.

Dal punto di vista tecnico, la camera potrebbe migliorare soprattutto nella sua dinamica. Le immagini risultato “poco sature” e le stelle praticamente prive di colore. Gli algoritmi di sottrazione dell’inquinamento luminoso e l’inquinamento luminoso stesso sicuramente sono i maggiori responsabili di questa scarsa dinamica.

Il diametro dello strumento è adatto al suo scopo, contenendo il peso dello strumento e migliorandone la trasportabilità. La meccanica è all’altezza anche se la collimazione degli strumenti è apparsa piuttosto difficoltosa e credo sia uno degli aspetti più limitanti di questo strumento. Evitare la collimazione utilizzando schemi ottici diversi (rifrattore/catadiottrico) sarebbe stata, a nostro avviso, una scelta migliore.

Il cavalletto, la maschera di Bahtinov e la connettività sono aspetti decisamente positivi di questo strumento. Si sente comunque la mancanza di un cercatore integrato (sempre per mantenere a due il numero di “pezzi”) e di un paraluce retrattile per evitare l’appannamento del sensore durante le notti spesso umide delle città. Anche la possibilità di montare un filtro antinquinamento luminoso potrebbe aiutare anche se ovviamente richiederebbe uno studio dal punto di vista degli algoritmi di calibrazione delle immagini.

Aspetti negativi riscontrati durante i test sono stati sostanzialmente due:

  • Software: ancora molto primitivo, soprattutto in termini di usabilità. Configurazioni, movimento manuale e puntamento degli oggetti sono ancora disposti in modo confuso all’interno dell’app Unistellar. Inoltre, per avere una maggiore diffusione, la app dovrebbe essere tradotta in un certo numero di lingue. Sarebbero graditi anche tool che permettano ai neofiti di collimare e mettere a fuoco lo strumento, possibilmente integrati nell’app Unistellar.
  • Affidabilità: uno strumento pensato per serate osservative pubbliche deve essere affidabile. Non è quindi accettabile che il software a bordo non garantisce una corretta lettura del livello della batteria, che lo strumento si blocchi in una posizione diversa dalla home position o che ad un certo punto non insegua/centri più gli oggetti celesti. I nostri test mostrano che l’esemplare in esame è risultato poco affidabile. La non riproducibilità dei problemi rende questi ancora più gravi per uno strumento divulgativo. I casi in letteratura con problemi analoghi sono fortunatamente pochissimi e quindi, molto probabilmente, siamo caduti in uno di questi pochi casi sfortunati.

 Infine, è interessante notare come sui social network si legga di moltissimi casi di persone che hanno comprato Unistellar eVscope non per fini divulgativi ma per un utilizzo personale. In particolare, è piacevole notare l’entusiasmo di chi, senza conoscere nulla di astrofotografia e/o astronomia, sia riuscito a ottenere immagini “ricordo” di oggetti del profondo cielo. Lo stesso entusiasmo che avevo io quando ho iniziato ad osservare e fotografare il cielo.

In conclusione, Unistellar eVscope eQuinox non è un telescopio ma un fiammifero capace di accendere nelle persone la fiamma della passione per il cielo notturno.

In tabella riportiamo i pro e i contro di questo strumento:

PRO CONTRO
Strumento in grado di permette la visione di oggetti del profondo cielo da cieli inquinati (urbani, sub-urbani). Necessità di collimazione dello strumento. Malgrado questo è presente nel modello in esame un coma residuo piuttosto fastidioso.
Compattezza dello strumento costituito da due sole parti. App Unistellar ancora in uno stato semi-embrionale. Migliorie necessarie in termini di usabilità.
Precisione nel puntamento ed inseguimento degli oggetti celesti. Non propriamente adatto alla ripresa di Luna e pianeti.
Possibilità di effettuare misure astronomiche in modo semplice e veloce. Non presente un cercatore ed un paraluce integrato utili per il puntamento manuale degli oggi e per prevenire l’appannamento del sensore.
Una volta collimato lo strumento non è richiesta nessuna conoscenza tecnica di astrofotografia per riprendere immagini astronomiche. Numero di connessioni contemporanee allo strumento piuttosto limitato (10). In un evento pubblico sono solitamente presenti > 50 persone.
Ideale per la divulgazione astronomica garantendo un maggiore numero di serate a disposizione del pubblico e permettendo di spiegare concetti astronomici (e astrofotografici) visionando immagini del cielo riprese “qui ed ora”. Colori delle immagini riprese piuttosto slavati ed a bassa saturazione.
Strumento leggero e compatto. Inaffidabilità del modello in esame sia in termini di valutazione dello stato di carica della batteria che di incapacità talvolta di puntare/inseguire gli oggetti (leggere recensione per maggiori dettagli).

Tra i contro non abbiamo riportato il prezzo che al momento è di 2799 €. Al netto della strumentazione a bordo, infatti, questo è piuttosto elevato ma dobbiamo ricordare che esso include anche il processo di ricerca e sviluppo, progettazione ed ingegnerizzazione dello strumento oltre alla manutenzione del programma di ricerca amatoriale presente sul sito internet di Unistellar. Questi ultimi fattori pesano tantissimo in quanto Unistellar eVscope eQuinox ha un design unico ed una compattezza senza pari sul mercato e questo comporta dei costi non indifferenti.




Dieci anni con ASTROtrezzi

Finalmente il giorno tanto atteso: il decimo compleanno di ASTROtrezzi. Un’idea, trasformata in un sito internet ed infine in un progetto diventato oggi punto di riferimento per molti appassionati di Astronomia e non solo.

Nato dalla necessità di archiviare e conservare gli scatti astronomici digitali (che sicuramente avrei perso altrimenti), il sito www.astrotrezzi.it si è arricchito negli anni di appunti, articoli, approfondimenti ed eventi. Il tutto scritto (più o meno) in italiano perché è con la lingua madre che si apprendono i concetti più complessi oltre ad essere, per alcuni, l’unica lingua a disposizione. Gli approfondimenti che trovate sul sito internet derivano da una lettura attenta e critica di articoli scientifici in lingua inglese rielaborati poi in italiano.

Malgrado questo, la richiesta arrivata da alcuni amici stranieri di tradurre il sito internet in inglese, ha fatto nascere nel 2017 la pagina Facebook ASTROtrezzi international oltre ad una traduzione dei dati tecnici delle immagini in inglese. Proprio parlando di social network ricordiamo come ASTROtrezzi è stato presente fin dal principio su Facebook, Instagram e Twitter. A causa dell’utilizzo di pochi caratteri, Twitter non ha mai giocato un ruolo chiave ed è sempre stato utilizzato come eco di Facebook.

Il canale Youtube di ASTROtrezzi, attivo dal 2014, è invece utilizzato molto raramente ed è previsto un maggior utilizzo nei prossimi anni.

In questi dieci anni i progetti collegati ad ASTROtrezzi hanno assunto sempre un carattere inizialmente provvisorio per poi diventare definitivo solo dopo una risposta positiva del nostro pubblico. Un esempio di progetti andati a buon fine sono il concorso astrofotografico che si tiene praticamente ogni anno e che ha visto partecipare le/i migliori astrofotografe/i di questo paese. Altri progetti che sono ancora attivi sono: gli speciali, il podcast “ASTROtrezzi in viaggio nel Cosmo” con il sito annesso https://divulgazione.astrotrezzi.it/ e la sezione dedicata allo sviluppo software, ASTROsoftware, all’indirizzo https://software.astrotrezzi.it/ .

Progetti che invece non sono più attivi sono le “serate allo Smeraldino” (2015), il progetto #LUNA19 (2019) dedicato al nostro satellite naturale, il progetto catalogo Messier, One Year of the Sun e le pagine Flickr e Google+.

Le serate allo Smeraldino (2016)

Anche la newsletter è praticamente non più attiva da qualche anno. Iscritti fin dal primo anno al sito di fotografia Juza e vinti tre Editor’s Pick, nel 2016 abbiamo abbandonato il forum per motivi etici. Sporadiche partecipazioni ci sono state sul forum Astrofili.org e su AstroBin fintanto che il servizio non è diventato a pagamento. 

I corsi di astrofotografia presenti sul sito si sono trasformati negli anni da attivi a passivi. Invece, in collaborazione con ARTESKY, sono nati i corsi di Astronomia dal vivo. Decine di “studenti” sono passati da questi corsi ed alcuni di loro sono diventati amici e/o astrofotografi professionisti.

Non ha mai preso il via invece la sezione del sito dedicato agli appassionati di astronomia del Ticino (ASTROtrezzi&CH) o alle donne. Fortunatamente, in questo ultimo caso, è nato il gruppo “Astrofile” che sta avendo sempre più successo e che ASTROtrezzi supporta e consiglia a tutti i suoi lettori e lettrici.

I visitatori del nostro sito sono aumentati negli anni ed ora si aggirano intorno al centinaio al giorno, provenendo principalmente dall’Italia oltre che dall’estero (Germania, USA, Cina, Russia e UK). I post e le pagine pubblicate in questi dieci anni sono 793. La pagina Facebook di ASTROtrezzi ha 1548 mi piace (1595 follower) mentre la versione international 148 mi piace (156 follower). La pagina Instagram invece è seguita da ben 534 persone.

Ovviamente non staremo qui ad elencare i successi di ASTROtrezzi in questi dieci anni di vita: dai premi vinti (tra cui lo Star of Europe Awards 2015), agli articoli di settore dedicati ad astrotrezzi, ai libri, alle immagini pubblicate su riviste, sui calendari o presentati a mostre di astrofotografia nonché alle decine di amicizie nate dallo scambio di e-mail con voi lettori. Per non parlare della collaborazione con riviste scientifiche, delle serate osservative e delle numerosissime conferenze tenute tra le province di Milano, Monza e Brianza, Como e Lecco. Proprio in questa ultima mi ci sono trasferito nel 2017.

Osservazione Astronomica presso la Riserva Lago di Piano (2017)

 

Tra le collaborazioni più importanti, oltre alla già citata ARTESKY abbiamo quella con il Gruppo Amici del Cielo e con il gruppo Enjoy Briosco.

Il trasferimento da Briosco (MB) a Varenna (LC), l’abbandono della carriera universitaria per una in azienda oltre alla pandemia di Covid19 ha rallentato il consolidato sviluppo di ASTROtrezzi. Sintomo di questa crisi è ad esempio il numero di conferenze tenute nel biennio 2020-2021 ridotte al numero di quattro.

Per fortuna il 2022 è iniziato sotto i migliori auspici con 11 eventi già svolti e 2 pianificati per il solo mese di giugno. Sono stati pubblicati 16 post di immagini e articoli dedicati all’inquinamento luminoso. Dal 2022 è nato anche il progetto Lario Celeste ( https://www.larioceleste.it/ ) che, riprendendo il progetto ASTROAlps del 2017, si propone di formare una community di astrofili residenti nei comuni del Lario Orientale. Inoltre è prevista la partecipazione attiva sul territorio con una serie di conferenze, mostre e osservazioni pubbliche. Ultima ma non meno importante è la lotta all’inquinamento luminoso che si opera attraverso il monitoraggio della brillanza del cielo notturno (misure di SQM) e segnalazione degli impianti non a norma.

COSA FAREMO

Cosa ci aspetta in questo 2022? La maggior parte delle nostre energie andranno a supporto del progetto Lario Celeste che sta muovendo i suoi primi passi malgrado le gravi difficoltà incontrate nel contattare i comuni lariani. Fortunatamente si sono dimostrate più attive e all’altezza le numerose associazioni culturali presenti sul territorio con cui stiamo iniziando alcune collaborazioni.

Il 2022 sarà anche l’anno in cui inizieranno le riprese di un docufilm (Gybe Studio) che ci vedrà protagonisti di un racconto di vita vissuta con e per l’Astronomia.

Riprese del docufilm in corso a Briosco (2022)

Ovviamente continueremo a collaborare con il Gruppo Amici del Cielo e con ARTESKY con conferenze e corsi tenuti prevalentemente in Brianza.

Infine è in atto una ricerca bibliografica sulla storia dell’illuminazione pubblica a Varenna e nel Lecchese nell’ambito dello studio dell’inquinamento luminoso e della sua evoluzione nel tempo. 

Oltre a ringraziare tutti voi per la forza e gli stimoli che mi date per proseguire in questo progetto, volevo ricordarvi che nel 2022 si terrà una serata speciale allo Smeraldino (seguiteci alla pagina ASTROeventi del sito) in cui festeggeremo il nostro decimo compleanno in compagnia del mitico Newton da 250 mm di diametro e, perché no, di un simpatico amichetto anfibio. A presto e cieli sereni a tutti!!!




Vincitrice VI Concorso ASTROfotografico

La vincitrice del VI Concorso ASTROfotografico organizzato da ASTROtrezzi è GIOVANNA RANOTTO con l’immagine dal titolo Nebulose Fantasmini IC 59 e IC 63 in Cassiopea effettuata con una fotocamera reflex digitale modello Canon EOS 1100D full spectrum su telescopio Newton Skywatcher 200 mm f/4. Montatura utilizzata è una Skywatcher NEQ6 Pro modificata Geoptik con autoguida QHY5LII mono + PHD2 Guiding 2.6.10 + Tecnosky Sharp Guide 50 mm V2. Inoltre sono stati utilizzati un correttore di coma Baader MPCCIII + Tecnosky LPro. Somma di 55 immagini da 5 minuti a 800 ISO + dark, flat e bias. Elaborazione effettuata con PixInsight + GIMP. La ripresa è stata effettuata il giorno 06/10/2021 da Sciolze (TO).

Immagine Vincitrice del VI Concorso ASTROfotografico (GIOVANNA RANOTTO)

Dopo una lunghissima pausa durata più di due anni, finalmente è tornato il Concorso ASTROfotografico e con lui le bellissime immagine scattate dai nostri followers. Ovviamente, più passano gli anni e più è difficile scegliere un vincitore od una vincitrice. Una nota di merito va a Riccardo de Benedictis, vincitore della IV edizione, che ha dimostrato ancora una volta altissime qualità tecniche sia di ripresa che di elaborazione delle immagini. E poi Elistabetta Trebeschi, vincitrice della V edizione, che ha presentato foto incredibili segno che il suo amore verso il cielo sta dando ottimi frutti.

Quest’anno è il turno di GIOVANNA RANOTTO, una giovane astrofotografa che ho avuto oltretutto il piacere di incontrare dal vivo, ormai molti anni fa, all’Osservatorio di Saint-Barthélemy alle prese con i suoi primi scatti astronomici. La passione verso il cielo notturno e la costante voglia di imparare l’ha portata a migliorare le sue tecniche astrofotografiche come dimostrato dalla foto vincitrice. I “fantasmini di Cassiopea” costituiscono un soggetto difficile da riprendere a causa dei forti contrasti presenti; le debole nebulose sono infatti affiancate dalla luminosissima stella Gamma Cassiopea. La grandezza di Giovanna risiede anche nella sua infinita voglia di comprendere ciò che sta riprendendo. Insieme all’immagine infati Giovanna ha allegato una bellissima descrizione di quanto ripreso che ho il piacere di riportavi:

IC 59 e IC 63 sono due nebulose la cui forma vagamente arcuata ricorda quella di un fantasma, e per questo loro caratteristico aspetto sono note anche come i Fantasmini. Si trovano nelle immediate vicinanze della stella Gamma Cassiopeiae, la stella centrale della costellazione di Cassiopea. Sono una combinazione di nebulose a riflessione (bluastre) e emissione (rossastre), e la loro distanza è pari a circa 600 ani luce.

IC 59, situata 20′ a nord di Gamma Cassiopeiae, è molto debole, diffusa e allungata lungo la direzione N-S. È principalmente una nebulosa a riflessione, che appare blu nelle fotografie perchè diffonde luce stellare. Sembra più grande ma più debole di IC 63. Insieme, IC 59 e IC 63 sono designate come Sharpless 2-185.

Davide Trezzi ringrazia tutti i partecipanti ed in particolare Cristian Bertolucci, Elisabetta Trebeschi, Fabio Paolini, Oronzo Mauro, Pierluigi Costanzo, Riccardo de Benedictis, Roberto Vaccaro e ovviamente Giovanna Ranotto. Non mi resta quindi che augurarvi cieli sempre sereni e sperare di rivedervi con fantastiche immagini nella prossima edizione del Concorso Astrofotografico di ASTROtrezzi.it . Per visualizzare tutte le immagini in concorso clicca qui.

 

 




VI Concorso ASTROfotografico

Dopo una pausa durata ben due anni, siamo lieti di presentarvi la sesta edizione del “concorsto astrofotografico” organizzato da ASTROtrezzi.it . Come tradizione verrà premiata la foto astronomica più bella tra quelle inviate entro il giorno dell’equinozio d’autunno solstizio di inverno (21 dicembre 2021 ore 15:59) all’indirizzo davide@astrotrezzi.it . Un concorso informale dedicato a chi, neofita o professionista, vuole condividere con noi immagini del fantastico Universo che ci circonda. Possono partecipare tutti, senza limiti di età, inviandoci fino ad un massimo di 5 immagini. NON è necessario avere una strumentazione astronomica professionale (come descritto in questo post) per ottenere ottime immagini astrofotografiche! Basta solo tanta passione e fantasia. Le immagini non verranno assolutamente utilizzate a fine commerciali e verranno pubblicate unicamente sul nostro sito internet www.astrotrezzi.it e sulla pagina Facebook relativa solo se autorizzati dagli autori.

Non esiste nessuna commissione giudicatrice, targhette o diplomi. Le immagini che ci invierete verranno giudicate da Davide Trezzi in funzione dell’età dell’autore (bambino, ragazzo o adulto), della strumentazione utilizzata (amatoriale o professionale) e della qualità dello scatto (tecnica e creatività).

Il vincitore potrà scegliere tra uno dei seguenti premi:

  • una copia del libro ASTROBOOK,
  • una T-shirt personalizzata by ASTROtrezzi,
  • una serata astronomica dal vivo o in remoto con ASTROtrezzi,
  • la ripresa di un oggetto celeste a propria scelta con la strumentazione di ASTROtrezzi,
  • una conferenza pubblica che tratta un argomento deciso dal vincitore del concorso.

Inoltre la foto vincitrice diventerà la foto della bacheca di ASTROtrezzi su Facebook e ASTROtrezzi International su Facebook fino al 28 maggio 2022.

Riportiamo in seguito i nomi dei vincitori delle scorse edizioni del Concorso Astrofotografico con un link alle immagini dei partecipanti:

Oltre alle immagini in formato JPEG ricordate di inviarci anche (in * i campi obbligatori):

  • Il nome e cognome dell’autore* oltre all’età
  • i dati di scatto* ed il titolo dell’immagine
  • il consenso alla pubblicazione delle immagini a risoluzione 1024 x 768 su www.astrotrezzi.it ed a massima risoluzione nel caso in cui la foto vincesse il concorso.*

La locandina del concorso è disponibile anche in formato PDF. Per visionare le immagini della quinta edizione cliccate qui.

Riportiamo di seguito le immagini dei partecipanti al VI Concoso ASTROfotografico in ordine di sottomissione:

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Sei anni con ASTROtrezzi

DVD ed Hard Disk pieni di immagini astronomiche e l’implacabile volontà di non perderle. Un archivio fotografico personale con immagini in piena risoluzione e dati tecnici. Questo era ASTROtrezzi.it nell’ormai, potremmo dire lontano, 2012. Oggi, dopo 6 anni ASTROtrezzi.it è un sito ricco di articoli tecnici, divulgativi, di speciali ed eventi. Il tutto supportato da amici reali e numerosissimi amici virtuali che ogni giorno seguono il nostro sito. Se lo scorso anno è passato in sordina (vedi articolo https://www.astrotrezzi.it/cinque-anni-con-astrotrezzi/), quest’anno si è ritornati a produrre immagini astronomiche aumentando il numero di post a 62 oltre all’aggiunta di due nuove pagine. Inoltre, come discuteremo in seguito il sito si è ampliato con una nuova parte completamente dedicata alla Luna http://luna.astrotrezzi.it/ ancora in fase di sviluppo. Ma, come consuetudine, prima di parlare del futuro di ASTROtrezzi andiamo a vedere come è andato questo sesto anno dal punto di vista statistico. Iniziamo con il numero di visitatori del sito che sono arrivati a 101’301 con una media di 45 visitatori al giorno. Purtroppo è diminuito il numero di visite annue ed in particolare seppur la media si è mantenuta buona fino a ottobre 2017, a partire da novembre il numero di visitatori è andato diminuendosi portandosi a circa 30 visitatori al giorno. Una variazione significativa, la cui origine non è semplice da individuare (diminuzione degli articoli tecnici, meno presenza sui forum, minore pubblicizzazione da parte dei nostri sponsor, invecchiamento del sito dal punto di vista informatico?). Comunque un’analisi del problema è in corso e cercheremo a breve di ritornare ai vecchi ritmi. Il numero di pagine visitate è invece pari a 276’520. Di tutti i visitatori di www.astrotrezzi.it, il 90.36% è italiano con una diminuzione del 2.49% rispetto allo scorso anno. A seguire abbiamo gli Stati Uniti al 4.48% (+2.61%), la Svizzera al 0.67% (+0.07%) e la Germania al 0.43% in continua diminuzione (-0.11%). La diminuzione degli italiani a scapito degli statunitensi in crescita è dovuto alla sempre maggiore diffusione del profilo Instagram di ASTROtrezzi e la vendita del libro ASTRObook che hanno un respiro più internazionale. Purtroppo, malgrado il programma ASTROAlp non è partito, l’aumento lento ma continuo dei visitatori elvetici è un chiaro segnale della necessità di aprirsi a quella nazione. Passando alla distribuzione delle visite sul territorio, l’ordine delle città “amiche” di ASTROtrezzi è rimasto nuovamente invariato: Roma (12.99%), Milano (10.84%), Torino (3.54%), Firenze (2.82%) e Palermo (2.19%) tutte però in calo a scapito delle altre città.

SOCIAL NETWORK

ASTROtrezzi è presente su quasi tutti i social network più importanti: Facebook, Twitter, Instagram, Flickr, Google+ e Youtube. Quelli maggiormente supportati rimangono comunque Facebook ed Instagram. Quest’ultimo, nato due anni fa è in continua crescita passando dalle 103 foto dello scorso anno alle attuali 127 mentre il numero di follower sono passati dai 250 dello scorso anno ai 336 odierni. Se Instagram è la vetrina delle “anteprime” di ASTROtrezzi, Facebook rimane la piattaforma di riferimento. Gli “astrotrezzini” aumentano e dalle 619 unità dello scorso anno siamo arrivati a 704. A questi bisogna aggiungere i 40 fan della pagina ASTROtrezzi International che hanno praticamente raddoppiato il loro numero in un solo anno. Analizzando in dettagli gli “astrotrezzini” scopriamo che il 34% sono donne, in continuo aumento (+1% rispetto allo scorso anno). L’età media dei nostri follower rimane comunque quella compresa tra i 25 e 34 anni. Analizzando le nazionalità scopriamo che 636 (90.34% in aumento) sono italiani. A seguire 11 tedeschi, 8 brasiliani, 8 inglesi e 6 spagnoli. Per l’anno prossimo rilanciamo la promessa dello scorso anno: arricchire il canale Youtube con lezioni, tutorial e altri video. Purtroppo, per la seconda volta, Flickr non è stato supportato con regolarità per mancanza di tempo.

COSA ABBIAMO FATTO E COSA FAREMO

La seconda metà del 2017 è stato il periodo di passaggio sotto molti punti di vista. Una serie di impegni personali hanno modificato abitudini e modalità di approccio all’Astronomia. A partire dall’autunno però un nuovo equilibrio ha portato a incrementare l’attività astrofotografica anche se lo scarso tempo libero ha ridotto il numero di articoli tecnici. Malgrado ciò siamo riusciti a ottemperare i nostri consueti impegni come il V Concorso ASTROfotografico vinto da Elisabetta Trebeschi ed il progetto catalogo Messier che ogni anno si arricchisce di nuove immagini astronomiche. Purtroppo, come precedentemente accennato, il progetto ASTROAlp così come ASTROmarcord e il rinnovo del sito web non sono stati attuati. I motivi? Il primo per motivi di tempo, il secondo perché ci sono state tante nuove foto da elaborare che le vecchie possono aspettare ancora un po’ e l’ultimo per la consueta “paura informatica”. L’aggiornamento del sito potrebbe però diventare una tappa obbligatoria per il 2018. La sezione ASTROeventi si è dimostrata un successo, ormai calendario per quanti vogliono seguire ASTROtrezzi (Davide Trezzi) dal vero attraverso le sue conferenze.

Il logo #LUNA19 che contrassegnerà tutti gli eventi dedicati alla Luna fino alla fine del 2019.

 Il 2018 è stato anche l’anno dei record con la ripresa della foto amatoriale della Luna più grande al mondo (https://www.astrotrezzi.it/la-luna-piu-grande/) pubblicizzata sui Social Network e stampa locale. Questa foto è stata l’occasione per inaugurare il progetto #LUNA19 con il relativo sito internet http://luna.astrotrezzi.it/ . Questo consiste in una serie di eventi, articoli, immagini e documenti con tema “Luna” in occasione del 50° anniversario dello sbarco (1969-2019). Il 2019 sarà un anno unico per gli appassionati di Astronomia e Astronautica e, con il collante dell’Astrofotografia, ASTROtrezzi non poteva mancare. Il sito dedicato al progetto #LUNA19 che a partire dal 2020 diventerà la sezione di astrofotografia lunare di ASTROtrezzi sarà una vera e propria visita guidata alla conquista dello spazio e all’osservazione della luna. Il sito, inaugurato poco più di dieci giorni, fa verrà completato entro la fine del 2018. Anche il VI Concorso ASTROfotografico sarà a tema lunare e partirà in giugno 2018 per finire il 20 luglio 2019.

Nel bene o nel male il prossimo anno non sarà l’anno delle promesse. Purtroppo (o per fortuna) il progetto #LUNA19 cannibalizzerà tutto il tempo libero così come la scrittura del libro che seguirà ASTRObook previsto per il 2019. Il coinvolgimento del mondo elvetico dovrà quindi aspettare il 2020. Flickr e i forum di Astronomia potranno essere un’ulteriore canale di approfondimento per ASTROtrezzi ma molto dipenderà dal tempo a disposizione. Anche la newsletter sarà destinata all’imminente chiusura dato che i Social Network hanno praticamente tolto spazio alla cara e vecchia e-mail.

Quest’anno le foto di ASTROtrezzi sono state pubblicate, oltre che sul secondo volume del libro Gateway to the Sky, anche sul calendario della rivista Nuovo Orione e del Gruppo Amici del Cielo.

Oltre ad essere il 6° compleanno di ASTROtrezzi il 2018 è il 20° anniversario dell’attività astrofotografica di Davide Trezzi. Il primo scatto della “costellazione del Leone” effettuato da Davide Trezzi risale infatti al 1998. Vent’anni di passione che verranno sicuramente ricordati in un articolo e/o in un evento pubblico.

Tra mille difficoltà e diecimila soddisfazioni ASTROtrezzi.it si proietta verso questo settimo anno passato insieme dandovi appuntamento al 2019 con il progetto #LUNA19 e con il nostro consueto articolo di rassegna. Grazie di tutto e continuate a seguirci!!!!




La Luna più grande

Sin dagli esordi della fotografia digitale, le maggiori case produttrici di fotocamere hanno perseguito una continua lotta commerciale dettata dalla corsa al pixel. Questo è l’elemento fondamentale di un sensore digitale e un numero maggiore di pixel per unità di superficie si traduce in una migliore qualità spaziale dell’immagine. Proprio per questo i sensori digitali sono destinati ad avere un numero di pixel via via sempre maggiore. Ovviamente, come vedremo anche in questo post, la qualità finale dell’immagine è determinata anche da altri fattori quali: la qualità ottica dell’obiettivo di ripresa, la turbolenza atmosferica, la luminosità del soggetto e l’elettronica associata alla fotocamera digitale.

Il soggetto più semplice da riprendere in astrofotografia è la Luna. Questo è infatti l’oggetto più luminoso del cielo ad esclusione del Sole. Seppur luminosa, le sue dimensioni angolari non sono eccezionali e quindi per effettuare una buona ripresa a singolo scatto è necessario utilizzare focali comprese tra i 400 ed i 1400 mm di focale. Supponendo di riempire perfettamente il fotogramma con il disco della Luna, avremo un’immagine della Luna con area pari al quadrato del lato minore del sensore (H) come mostrato in figura 1.

Figura 1: dimensioni massime del disco lunare proiettato su un sensore digitale H x W

Ad oggi, il sensore digitale commerciale più grande è quello della Pentax 645Z in grado di produrre immagini da 8256 x 6192 pixel pertanto il disco della Luna potrà avere una dimensione massima di 6192 x 6192 pixel ovvero 38.3 Mpixel. Una dimensione piuttosto notevole se rapportata a quella dei sensori di fascia bassa oggi in commercio.

Ma è questa l’immagine della Luna più grande che possiamo effettuare con strumentazione amatoriale? Ovviamente no. Il problema da affrontare è analogo a quello di riprendere un soggetto più grande del campo inquadrato. In questo caso, la tecnica più diffusa è quella del “mosaico” o come si dice oggi della “ripresa panoramica”.

In questo caso è quindi necessario utilizzare focali più spinte e/o sensori con maggiori densità di pixel, condizione di ripresa standard in astrofotografia planetaria dove, per riprendere al meglio i particolari del disco lunare si usano spesso lunghe focali e sensori digitali con pixel molto piccoli.

La curiosità è che molto spesso gli astrofotografi sono “pigri” e riprendono solo particolari del disco lunare senza avere mai la pazienza di unirli in un unico mosaico. Ad oggi sono due gli astrofotografi che hanno effettuato mosaici di grandi dimensioni dell’intero disco lunare dandone notizia sul web: il polacco Bartosz Wojczyński a gennaio 2016 con un’immagine da 128 Mpixel e il belga Bart Declercq a dicembre 2017 con un’immagine da 182 Mpixel.

In questo post riportiamo un mosaico del disco lunare da 343 Mpixel effettuato da Davide Trezzi la notte del primo di aprile del 2018 e che costituisce, ad oggi, il nuovo record mondiale. Purtroppo, in astrofotografia non esiste un “sito ufficiale” che raccoglie tutte le immagini riprese dagli astrofotografi del mondo. Pertanto, le dichiarazioni qui riportate sono frutto di una ricerca meticolosa effettuata sul web. Se sei un astrofotografo e hai realizzato un mosaico della Luna di dimensioni maggiori a quelle riportate scrivi a davide@astrotrezzi.it e provvederemo ad aggiornare il post.

L’immagine amatoriale del disco lunare più grande del mondo

Ottenere mosaici di grandi dimensioni richiede generalmente l’utilizzo di lunghe focali e sensori digitali con pixel di piccole dimensioni. Malgrado ciò è necessario considerare alcune problematiche che pongono ulteriori limiti al setup di ripresa:

  • La focale non deve essere troppo elevata: la lunghezza focale determina (insieme alle dimensioni del sensore) il numero di tasselli che andranno a costituire il mosaico. Considerando che, utilizzando le tecniche di ripresa planetaria, ogni tassello del mosaico richiede qualche minuto di ripresa, non è possibile avere un numero di tasselli troppo elevato.
  • La ripresa deve essere effettuata all’interno della stessa notte al fine di evitare effetti associati al moto della Luna. Pertanto, al fine di massimizzare il tempo a disposizione, si consiglia di effettuare la ripresa in prossimità della Luna Piena.
  • Al fine di minimizzare il numero di tasselli del mosaico utilizzare fotocamere digitale con pixel piccoli e dimensioni del sensore non particolarmente piccole.

Nel nostro caso il compromesso è stato trovato utilizzando il seguente setup e riportato in figura 2:

  • Telescopio: Ritchey-Chrétien GSO 203 mm f/8
  • Camera di ripresa: ToupTek G3M178C
  • Lente di Barlow: Lente di Barlow TeleVue 3x da 31.8 mm
  • Montatura utilizzata: SkyWatcher NEQ6

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Inoltre, il giorno 01/04/2018 la Luna era prossima ad essere piena con un’illuminazione del disco pari al 97.5%.

Ricordiamo che un’immagine di grande dimensioni non significa un’immagine ricca di dettagli. Infatti, la qualità di un’immagine lunare è determinata da numerosi fattori quali:

  • Qualità ottica del telescopio utilizzato: meglio utilizzare telescopi rifrattori che riflettori
  • Qualità ottica degli accessori utilizzati: se necessario utilizzare solo ottiche apocromatiche ed a medio/basso ingrandimento
  • Qualità del seeing: scegliere serate con bassa turbolenza atmosferica
  • Fase della Luna: meglio se crescente o calante al fine di aumentare i contrasti

Nel nostro caso, per sfortuna o per necessità, la serata dell’01/04/2018 ha potuto fornire solo immagini di bassa qualità. In particolare, al fine di avere focali sufficientemente lunghe, è stato necessario utilizzare un telescopio riflettore con lente di Barlow 3x apocromatica. Inoltre la Luna era prossima all’essere Piena fornendo immagini a basso contrasto ed infine, a seguito di instabilità atmosferica, il seeing è stato pessimo per il periodo di ripresa, dalle 23:37 del 01/04/2018 alle 3:11 del 02/04/2018.

Condizioni di seeing così sfavorevole hanno impedito, in termini di elaborazione, di effettuare la classica tecnica astrofotografica di somma delle immagini. Le immagini che costituiscono i tasselli del mosaico sono state così selezionate dal set ripreso e non ottenute come media. Questo ha permesso di migliorare la qualità dell’immagine a patto di perdere in uniformità sul disco. Pertanto, vi saranno regioni del disco lunari più nitide di altre. L’elaborazione delle immagini ha richiesto circa 22 ore di lavoro ed è stata effettuata utilizzando il seguente software:

  • PIPP 2.5.9
  • Adobe Photoshop CC 2018

I tasselli del mosaico sono 98 di dimensioni 3096×2080 pixel, sovrapposti gli uni agli altri come illustrato in figura 3.

Figura 3: tasselli del mosaico utilizzati per ottenere l’immagine del disco lunare

Il mosaico finale è stato ottenuto sovrapponendo manualmente i tasselli del mosaico con Adobe Photoshop CC 2018 e sfumandoli correggendo l’eventuale lieve deformazione del campo di ripresa. Le dimensioni finali del disco lunari sono 18326 x 18739 pixel. L’immagine finale è scaricabile gratuitamente come tutte le immagini di ASTROtrezzi dalla pagina https://www.astrotrezzi.it/luna-01042018/ o cliccando qui (https://www.astrotrezzi.it/photography/moon_astrotrezzi.jpg). Dato che i web-browser non supportano immagini di grandi dimensioni, consigliamo di scaricare la foto in full HD e aprirla con un programma esterno di visualizzazione delle immagini. Ad oggi è l’immagine amatoriale della Luna più grande scaricabile liberamente da internet.

Concludiamo infine ricordandovi che se volete visionare immagini qualitativamente più belle del disco lunare seppur con dimensioni inferiori, potete visitare il sito www.astrotrezzi.it o visionare la galleria fotografica presente sul sito di ASTROtrezzi dedicato completamente alla Luna http://luna.astrotrezzi.it .

 




Vincitrice V Concorso ASTROfotografico

La vincitrice del V Concorso ASTROfotografico organizzato da ASTROtrezzi è ELISABETTA TREBESCHI con l’immagine dal titolo M42 e Running Man effettuata con una fotocamera reflex digitale modello Canon EOS 1100D full spectrum CLS CCD su telescopio Tecnosky 70/420 mm ED. Montatura utilizzata è l’astroinseguitore Star Adventurer con autoguida. Somma di 34 immagini da 6 minuti a 1600 ISO + dark, flat e bias. Elaborazione effettuata con DSS + Photoshop + LR. La ripresa è stata effettuata il giorno 21/01/2018 da Monticiano (SI).

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Immagine Vincitrice del V Concorso ASTROfotografico (ELISABETTA TREBESCHI)

Quest’anno scegliere tra le immagini partecipanti al Concorso ASTROfotografico non è stato semplice a causa della sempre più elevata qualità tecnica. I partecipanti si sono dimostrati tutti all’altezza. La vincitrice di questa edizione, ELISABETTA TREBESCHI, ha dimostrato come, con strumenti relativamente “economici” e tantissima forza di volontà, sia possibile ottenere ottime immagini del cielo sia dal punto di vista tecnico che estetico. La nebulosa di Orione (M42) e Running Man è forse l’oggetto più famoso in astronomia e il primo ad essere immortalato nella storia dell’astrofotografia. La bellezza dei colori, la nitidezza delle sfumature e la profondità delle nebulose oscure che circondano M42 sono state perfettamente riprese in questa foto. Infine spero che questa immagine suggestiva sia di esempio per tutti quegli astrofili che vogliono intraprendere la via della fotografia astronomica. Non sono infatti necessari telescopi da migliaia di euro per ottenere ottimi risultati. A volte è sufficiente la dedizione e l’amore per il cielo notturno come dimostrato da Elisabetta.

Davide Trezzi ringrazia tutti i partecipanti ed in particolare Michele Girardi, Marco Valli, Marco Tentori, Riccardo de Benedictis, Carlo Rocchi e ovviamente Elisabetta Trebeschi. Non mi resta quindi che augurarvi cieli sempre sereni e sperare di rivedervi con fantastiche immagini nella prossima edizione del Concorso Astrofotografico di ASTROtrezzi.it . Per visualizzare tutte le immagini in concorso clicca qui.




Eclissi totale di Luna 27 Luglio 2018

La Luna rappresenta uno dei corpi celesti più affascinanti e da sempre è fonte di ispirazione per scienziati, artisti e poeti. In particolare, durante il suo moto di rivoluzione intorno al nostro pianeta, la Luna viene illuminata dal Sole secondo diverse angolazioni dando luogo alle così dette fasi lunari. In particolare, quando il Sole illumina completamente la faccia della Luna rivolta verso Terra, questa viene detta Piena.

Per avvenire ciò, l’orbita lunare deve avere un’inclinazione sufficiente per evitare che la Terra si interponga tra Luna e Sole. Questo è garantito da un’inclinazione dell’orbita lunare di circa 5° rispetto all’eclittica.

Malgrado ciò, durante il moto di rivoluzione lunare, il nostro satellite naturale si troverà a passare per ben due volte attraverso l’intersezione tra il piano orbitale lunare e l’eclittica. Questo punto è detto nodo (Figura 1).

Figura 1: sistema Sole - Terra - Luna e posizione dei nodi.

Se la Luna passa dal nodo il giorno di Luna Piena, allora il sistema Sole – Terra – Luna si troverà allineato ed avverrà un’eclissi totale di Luna. Questo si verificherà il 27 luglio 2018. La Luna, inizialmente illuminata direttamente dalla luce solare (piena) verrà via via occultata dall’ombra del nostro pianeta fino a sparire completamente (eclissi, momento della totalità). In verità il disco lunare rimarrà comunque illuminato dalla debole luce che, emessa dal Sole, attraversa la nostra atmosfera assumendo una colorazione rossa.

Per questo motivo la Luna, durante la totalità si tingerà di rosso.

L’eclissi totale del 27 luglio 2018 si osserverà dall’Italia e sarà caratterizzata da sette fasi che avranno luogo negli orari indicati:

  • P1 (19:15) – inizio della Penombra: la Luna Piena viene parzialmente oscurata dalla Terra. Diminuisce la sua luminosità superficiale.
  • U1 (20:24) – inizio dell’Ombra: una regione sempre più grande della superficie lunare viene oscurata dal nostro pianeta.
  • U2 (21:30) – inizio della totalità: la Luna è completamente oscurata dalla Terra ed assume una colorazione rossastra. La fase di totalità ha inizio
  • Totalità (22:22) – il massimo d’eclissi. In questa fase la Luna raggiunge la sua minima luminosità essendo completamente immersa nel cono d’ombra terrestre
  • U3 (23:13) – fine della totalità: la Luna è ancora oscurata dalla Terra malgrado sia prossima ad uscire dalla regione d’ombra
  • U4 (00:19) – fine dell’ombra: la Luna, uscita dalla regione d’ombra viene via via sempre illuminata dalla luce solare.
  • P4 (01:29) – fine della penombra: la Luna illuminata dal Sole aumenta sempre più la sua luminosità superficiale fino a tornare Piena.

Purtroppo, seppur la fase di totalità sia completamente visibile dall’Italia, l’eclissi nel suo complesso non è osservabile dal nostro paese. Infatti, durante l’intera fase P1 e parte della U1 la Luna si troverà sotto l’orizzonte. Se però gli abitanti del nord Italia dovranno accontentarsi di vedere la Luna sorgere durante la fase U1, gli abitanti del centro e del sud potranno vedere anche parte della fase P1. La divisione tra queste due regioni è illustrata in Figura 2.

Figura 2: mappa di visibilità dell'eclissi totale di Luna del 27/07/2018

COME OSSERVARE E FOTOGRAFARE L’ECLISSI TOTALE DI LUNA

Osservare l’eclissi totale di Luna del 27 luglio 2018 è molto semplice.  Basta trovare un luogo in cui è ben visibile l’orizzonte est, ovvero dove sorge il Sole. La Luna sorgerà a sud-est già eclissata e quindi potrebbe essere interessante riprendere l’evento con una fotocamera equipaggiata di un teleobiettivo (< 300 mm) e cavalletto fotografico. Utilizzate un telecomando per scatto remoto e il sollevamento dello specchio nel caso di reflex al fine di ridurre le eventuali vibrazioni. Se invece volete riprendere il disco lunare potete utilizzare un qualunque telescopio la cui lunghezza focale, espressa in mm, deve rispettare la seguente formula:

 

dove l è la dimensione dei pixel della fotocamera utilizzata espressa in micron e H è l’altezza dell’immagine prodotta dalla fotocamera in pixel. Per chi non vuole cimentarsi nei conti, ricordo che con una normale reflex non professionale, la focale ideale per la ripresa di questa eclissi totale di Luna è 1200 mm di focale. Ricordatevi inoltre che durante un’eclissi di Luna l’illuminazione del disco lunare cambia velocemente ed è quindi necessario adattare i tempi di esposizione. Durante la totalità, in particolare, i tempi sono particolarmente lunghi, dell’ordine di qualche secondo ed è quindi consigliabile stazione con precisione i propri telescopi e/o astroinseguitori. Non utilizzate filtri astronomici, non sono necessari.

 CURIOSITA’

L’orbita lunare è piuttosto complessa e la distanza Terra – Luna cambia repentinamente oscillando tra valori massimi e minimi (orbita ellittica). Pertanto, vi sono periodi in cui la Luna è particolarmente vicina (perigeo) e altri in cui è particolarmente lontana (apogeo). L’effetto principale è una variazione delle dimensioni apparenti del disco lunare che variano generalmente tra i 33.2 e i 29.5 minuti d’arco come visibile in figura 3. Nel caso in cui la Luna Piena si trovi in prossimità di un perigeo o l’apogeo con valori estremi, si parla rispettivamente di Superluna e Miniluna. La Luna Piena del 27 luglio 2018 sarà una Miniluna con un diametro di 29.3 minuti d’arco. Keplero dimostrò che in un’orbita ellittica i corpi celesti si muovono più lentamente in prossimità dell’apogeo e più velocemente al perigeo. Come conseguenza la Luna del 27 luglio si muoverà molto lentamente rendendo l’eclissi la più lunga del secolo.

Figura 3: dimensione apparente della Luna Piena durante il perigeo e l'apogeo

ASTROTREZZI

ASTROtrezzi ha organizzato un’escursione in Italia centro-meridionale al fine di riprendere l’eclissi totale di Luna del 27 luglio 2018. L’evento potrà essere seguito in diretta sulla pagina Facebook di ASTROtrezzi (evento dedicato). Di seguito le immagini preliminari dell’eclissi totale di Luna riprese da Montefiore dell’Aso (AP):

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Dicembre 2017

Riportiamo gli scarti, le prove ed altro riferiti al mese di Dicembre 2017 (per maggiori informazioni cliccare qui).

 

 

 

 

Luna, Varenna (LC) - 05/12/2017

 

M31 - 14/11/2017




V Concorso ASTROfotografico

V Concorso ASTROfotografico è la quinta edizione di “concorso fotografico” organizzato da ASTROtrezzi.it. Come ogni anno verrà premiata la foto astronomica più bella tra quelle inviate, entro il 15 febbraio 2018 20 Marzo 2018, a davide@astrotrezzi.it . Un concorso informale dedicato a chi, neofita o professionista, vuole condividere con noi delle bellissime immagini dell’Universo che ci circonda. Possono partecipare tutti, senza limiti di età, inviandoci un massimo di 10 immagini. NON è necessario avere una strumentazione astronomica professionale (come descritto in questo post) per ottenere ottime immagini astrofotografiche! Basta solo passione e tanta fantasia… Le immagini non verranno utilizzate a fini commerciali e verranno pubblicate unicamente sul nostro sito internet www.astrotrezzi.it e sulla pagina Facebook relativa (solo se autorizzati dagli autori). Non esiste nessuna commissione giudicatrice, targhette o diplomi. Le immagini che ci invierete verranno giudicate da Davide Trezzi in funzione dell’età dell’autore (bambino, ragazzo o adulto), della strumentazione utilizzata (amatoriale o professionale) e della qualità dello scatto (tecnica e creatività). Il vincitore riceverà una copia del libro ASTROBOOK oltre a divenire foto della bacheca di ASTROtrezzi su facebook per tutto il 2018.

Riportiamo in seguito i nomi dei vincitori delle scorse edizioni del Concorso Astrofotografico con un link alle immagini dei partecipanti:

Oltre alle immagini in formato JPEG ricordate di inviarci anche il nome e cognome dell’autore, il titolo, i dati di scatto, l’eventuale consenso ad una pubblicazione delle immagini ad alta risoluzione su www.astrotrezzi.it e in formato 800 x 600 sulla pagina Facebook del sito. Approfittatene! La deadline è stata procrastinata al 20 Marzo 2018, cosa aspettate ad inviare le vostre fotografie!!!!

locandina del concorso

La locandina del concorso è disponibile anche in formato PDF. Riportiamo di seguito le immagini dei partecipanti in ordine di sottomissione.  Per visionare le immagini della quarta edizione cliccate qui.

Di seguito le foto che partecipano al IV Concorso ASTROfotografico:

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Cinque anni con ASTROtrezzi

28 maggio 2017: sono passati cinque anni da quando venne pubblicata la prima pagina web di ASTROtrezzi. Nato come archivio personale di dati ed immagini, oggi ASTROtrezzi è diventato un riferimento per astrofili ed astrofotografi italiani e non solo. Si apre quindi un anno importante per il sito che andrà a festeggiare la sua mezza decade di storia. Speriamo sia un periodo di rinascita dopo il rallentamento subito lo scorso anno a seguito di una serie di eventi che hanno rallentato il ritmo di produzione di immagini ed articoli. Infatti il numero di post si è praticamente dimezzato portandosi a 49 in un anno che comunque è praticamente uno alla settimana. Le pagine, che invece dovrebbero mantenersi costanti in numero, sono aumentate di una unità a seguito della chiusura del sito www.smeraldino.it.

Prima di analizzare in dettaglio cosa abbiamo fatto e cosa faremo, giochiamo un po’ con le statistiche. I visitatori del nostro sito sono cresciuti ed oggi sono 84952 con una media di circa 52 visitatori al giorno, poco meno di quelli dello scorso anno. Anche le pagine visualizzate aumentano portandosi a 239533. Di tutti i visitatori di www.astrotrezzi.it, il 92.85% sono italiani in continuo aumento (+1.26% rispetto allo scorso anno) giustificati dalla politica “nazionale” applicata a partire da un paio di anni fa. A seguire abbiamo gli Stati Uniti (1.87%, in aumento dello 0.38%), la Svizzera (0.74%, in aumento del 0.07%) e la Germania (0.54%, in diminuzione del 0.37%). L’Aumento dei visitatori americani potrebbe avere origine nella pubblicazione del libro ASTROBook (maggiori dettagli in seguito) sul sito internazionale Blurb. L’incremento elvetico è forse dovuta ad un maggiore interesse, per ora rimasto tale, di ASTROtrezzi nei confronti della Svizzera.

Passando alla distribuzione delle visite sul territorio, l’ordine delle città “amiche” di ASTROtrezzi è rimasto invariato: Roma (13.02%), Milano (10.99%), Torino (3.98%), Firenze (3.81%) e Palermo (3.49%).

A tutti i visitatori diretti del sito dobbiamo ricordare gli affezionati che ci seguito tramite la Newsletter che purtroppo è rimasta poco aggiornata.

SOCIAL NETWORK

ASTROtrezzi è presente su quasi tutti i social network più importanti: Facebook, Twitter, Instagram, Flickr, Google+ e Youtube. Quelli maggiormente supportati rimangono Facebook ed Instagram. Quest’ultimo, nato solo l’anno scorso è passato dalle 86 foto presenti a 103 con il numero di follower passati dai 170 dello scorso anno ai 250 attuali. Se Instagram è la vetrina delle “anteprime” di ASTROtrezzi, Facebook rimane la piattaforma di riferimento. Gli “astrotrezzini” aumentano e dalle 531 unità dello scorso anno siamo arrivati a 619. A questi bisogna aggiungere i 24 fan della pagina ASTROtrezzi International, nata come versione internazionale della pagina di ASTROtrezzi. In quella pagina troverete tutti i post di ASTROtrezzi tradotti in lingua inglese. Analizzando in dettagli gli “astrotrezzini” scopriamo che il 33% sono donne, in continuo aumento (+1% rispetto allo scorso anno). L’età media dei nostri follower rimane comunque quella compresa tra i 25 e 34 anni. Analizzando le nazionalità scopriamo che 557 (89.98% in aumento) sono italiani. A seguire 9 tedeschi, 8 brasiliani, 6 inglesi e quattro statunitensi. Per l’anno prossimo ASTROtrezzi cercherà di arricchire il canale Youtube con lezioni, tutorial e altri video. Inoltre Flickr, pensato come interfaccia “open” al mondo di ASTROtrezzi verrà mantenuto con maggiore attenzione.

LO SMERALDINO

Anche per quel che riguarda Lo Smeraldino le notizie non sono delle più buone. Malgrado l’ottimo successo testimoniato dalle decine di persone che mensilmente hanno presenziato le serate pubbliche presso Briosco (MB), il sito www.smeraldino.it è stato chiuso definitivamente a seguito del basso tasso di pubblicazione e della relativa utilità. Anche senza un sito web dedicato (sostituito da una pagina di ASTROtrezzi.it) siamo riusciti ad organizzare il 7 dicembre 2016 una bellissima giornata astronomica presso Sormano dal sito ASTROwinter. A partire da maggio 2017 le serate osservative sono però sospese a seguito del mio trasferimento dalla Brianza al Lago di Como. Al momento non sappiamo ancora quando queste serate osservative pubbliche potranno riprendere e in che forma.

COSA ABBIAMO FATTO E COSA FAREMO

Osservazione presso la riserva Lago di Piano (CO)

Quest’anno sono mancati gli speciali di ASTROtrezzi anche se, a dir del vero, non ci sono stati eventi di particolare rilievo astronomico. Ci rifaremo con il 2017!

Dei progetti proposti lo scorso anno, il catalogo Messier prosegue il suo corso aggiungendo mese dopo mese tasselli al mosaico formato dai 110 oggetti del catalogo. Come ogni anno è stato istituito il IV Concorso ASTROfotografico che ha avuto come vincitore Riccardo de Benedictis. La quinta edizione partirà il giorno del solstizio estivo e terminare in quello invernale. Il progetto “One Year of the Sun” si è concluso con una copertura abbastanza completa dell’anno solare. Le immagini, archiviate su un prezioso hard disk, dovranno essere analizzate e diventeranno oggetto di una conferenza pubblica ed un articolo su astrotrezzi.it.  Purtroppo anche quest’anno non abbiamo avuto il coraggio di fare un aggiornamento completo del sito. I documenti sono molti e preziosi ed il lavoro da fare è tanto e delicato. Anche l’idea di avere un nuovo logo professionale è stata posticipata in quanto non abbiamo trovato un grafico disponibile a fare uno studio non orientato alle aziende per noi. Forse il quinto anno di anniversario potrà essere una buona occasione per fare questo passo importante. Il Corso di Spettroscopia è ultimato e verrà realizzato in collaborazione con il Gruppo Amici del Cielo. Visitate la pagina Facebook del gruppo per seguire tutti gli aggiornamenti sul tema. ASTROtrezzi&CH è invece rimasto un progetto ma non è ancora attivo in quanto, a seguito a ritardi, solo in questo mese ci siamo trasferiti sul Lago di Como, a due passi dal confine elvetico. Il 2017 sarà quindi l’inizio di un’esperienza oltre confine? Vedremo cosa ci riserverà il futuro.

La stazione meteorologica ASTROmeteo è stata completata ed è funzionante. Purtroppo a seguito del trasferimento la sua attività andrà a cessare. Al fine di preservarne la memoria e mettere le persone nelle condizioni di poterne costruire una, pubblicheremo a breve un articolo dettagliato.

Sino a questo punto l’articolo sembrerebbe mostrare un sito in declino ma così non è. La fine del 2016 e l’inizio del 2017 è stato infatti dedicato alla realizzazione del primo libro di ASTROtrezzi: ASTRObook di cui sul mercato è presente in tre diverse versioni. Il prezzo piuttosto elevato del prodotto è giustificato dalla qualità di stampa apprezzato dai lettori che ne hanno comprate in totale 44 copie. ASTRObook è disponibile anche in formato PDF su chiavetta o scaricabile da internet.

Dopo aver parlato di un 2016 passato tra luci ed ombre, vediamo cosa ASTROtrezzi ha previsto per il prossimo anno. Ovviamente manterremo vivo i progetti storici come il catalogo Messier, gli speciali di ASTROtrezzi e il concorso ASTROfotografico. Inoltre cercheremo di far partire il progetto ASTROtrezzi&CH ripensato con il nuovo acronimo ASTROAlps. Questo progetto consiste nel realizzare una serie di conferenze nei paesi dell’arco alpino: italiani e non. In questo contesto si inserisce il vecchio progetto dedicato unicamente al mondo elvetico. ASTROAlps, se non ufficializzato è già attivo date la conferenza appena tenuta da ASTROtrezzi alla Riserva Lago di Piano (CO) e quella che terrà il giorno 15 luglio 2017 a Magreglio (CO). Proprio per seguire meglio gli appuntamenti pubblici di ASTROtrezzi (quelli di ASTROAlps ed oltre) abbiamo deciso di dedicare una pagina apposita del sito denominata ASTROeventi.

Dal primo giugno 2017 ASTROtrezzi partecipa attivamente al progetto Gateway to the Sky insieme ad alcuni dei più grandi astrofotografi italiani.

Infine il 2017 sarà l’anno del progetto ASTROmarcord dedicato alla rielaborazione delle più vecchie immagini riprese da ASTROtrezzi nonché la fusione di scatti ripresi in anni diversi degli stessi soggetti. Aspettatevene delle belle!

L’impresa più grande sarà però quella di rilanciare il sito ritornando alla produzione di articoli tecnici di astrofotografia e all’arricchimento dei progetti hardware e software. L’impresa è appena iniziata! Vi aspettiamo nel 2018 per festeggiare insieme il sesto anno di ASTROtrezzi!!!




Vincitore IV Concorso ASTROfotografico

Il comitato valutatore, costituito da cinque astrofotografi hanno decretato che il vincitore del IV Concorso ASTROfotografico organizzato da ASTROtrezzi è RICCARDO DE BENEDICTIS con l’immagine dal titolo IC 2118 Witch Head Nebula , somma di 42 frames da 6 minuti a 800 iso con fotocamera Canon EOS 40D modificata (non raffredata) al fuoco del rifrattore Takahashi FS60 CB con riduttore TKA 20582B 0.72x, autuguidata effettuata utilizzando PHD Guiding + dithering con Soligor 200 mm. Camera di guida Orion Starshoot, montatura SkyWatcher AZ-EQ6 GT; pretrattamento immagine con PixInsight 1.8, elaborazione finale Adobe Photoshop CS5 + Tpaz Labs (Denoise 5, Detail 3). Sito di ripresa: Fontecorniale (PU) alt. 550 mt. s.l.m.

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Immagine vincitrice del IV Concorso ASTROfotografico (RICCARDO DE BENEDICTIS)

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Nelle scorse edizioni del concorso ASTROfotografico si è dato spazio ad immagini astronomiche riprese con strumenti semplici e poco costosi, a portata di tutti. Un motivo in più per spingere i neofiti verso il fantastico mondo dell’Astronomia e dell’Astrofotografia. Quest’anno invece si è deciso di premiare questa bellissima immagine della nebulosa “Testa di Strega”, ripresa da Riccardo De Benedictis in modo esemplare in ogni singola fase. Dalla scelta degli strumenti ottici utilizzati, alla scelta delle impostazioni di scatto all’elaborazione finale. La IC2118 non è un soggetto semplice dai cieli nazionali, presentandosi sempre bassa nella costellazione dell’Eridano. Inoltre il crescente inquinamento luminoso sta facendo sparire questi tenui e bellissimi oggetti celesti tra le luci della perenne alba artificiale. Nella speranza di coinvolgere sempre più appassionati di astrofotografia, non mi resta che invitarvi al prossimo concorso ASTROfotografico!

Davide Trezzi, a nome anche della giuria che ha valutato le immagini in gara, ringrazia tutti i partecipanti ed in particolare Eleonora Stancampiano, Rocco Parisi, Rosario Magaldi, Lorenzo Viola, Flavio Simeone, Gianni Carcano, Massimiliano Maura e ovviamente Riccardo De Benedictis. Non mi resta quindi che augurarvi cieli sempre sereni e sperare di rivedervi con fantastiche immagini nella prossima edizione del Concorso Astrofotografico di ASTROtrezzi.it . Per visualizzare tutte le immagini in concorso clicca qui.




Quattro anni di Astronomia con ASTROtrezzi

Come ogni anno eccoci a festeggiare la quarta rivoluzione intorno al Sole passata insieme. Dal 28 maggio 2012 ASTROtrezzi si propone di diffondere la passione per le materie astronomiche attraverso articoli tecnici e divulgativi nonché le immagini del Cosmo riprese con strumenti amatoriali.

Solo dallo scorso anno abbiamo pubblicato 100 nuovi post (praticamente due a settimana) e 17 pagine. Di queste ultime 14 sono connesse al Corso di Astrofotografia, 2 di riordino delle sezioni Sole e Luna ed una connessa alla nuova sezione di ASTROmetria. Questa sezione, fogliolina del grande albero che è ASTROtrezzi, è stata da stimolo per la nascita dell’Osservatorio Astronomico Smeraldino recentemente rinominato Lo Smeraldino. Tale “osservatorio” consiste in un punto di osservazione del cielo notturno con strumenti amatoriali sia a fini didattico-educativi che per ricerca amatoriale. Al momento Lo Smeraldino è supportato da un sito web dedicato www.smeraldino.it oltre che dal mitico collaboratore Matteo Manzoni.

Rispetto allo scorso anno abbiamo organizzato un solo speciale di ASTROtrezzi, ovvero una sezione completamente dedicata ad un determinato fenomeno astronomico di rilievo, ed in particolare per quest’anno l’eclissi totale di Luna del 28 settembre 2015. Vedremo di rifarci il prossimo anno con nuovi speciali, sperando in condizioni meteo più stimolanti (l’eclissi di Luna, il transito di Mercurio ed ora l’opposizione di Marte sono stati caratterizzati da cielo nuvoloso nel nord Italia).

Dei progetti proposti lo scorso anno, la ripresa astrofotografica del catalogo Messier è proseguita anche se, causa condizioni meteorologiche avverse, non è stato possibile collezionare parte delle galassie primaverili mancanti. In ogni caso il progetto continua e durerà probabilmente ancora due/tre anni.

Da giugno a settembre 2015 ha avuto luogo l’iniziativa disegna ASTROtrezzi portando come frutto il nuovo logo del sito, completamente rinnovato grazie al disegno del vincitore Marco Valli (vedi figura 1).

Figura 1: Il nuovo logo di ASTROtrezzi disegnato da Marco Valli.

 

Ovviamente, anche quest’anno è stato istituito il IV Concorso ASTROfotografico, tuttora attivo con scadenza 21 giugno 2016. Dopo averci tentato nel 2014, nel 2015 abbiamo organizzato quello che era stato chiamato ASTRODay poi ASTROParty ESTATE 2015, ovvero una serata di osservazione pubblica del cielo notturno dalla Colma di Sormano (CO) con tutti gli “astrotrezzini”. Purtroppo, anche in questo caso, il meteo non è stato dalla nostra parte. Una delle cose che non siamo riusciti a realizzare è l’aggiornamento del sito www.astrotrezzi.it, operazione delicata che richiede tempo e soprattutto coraggio! Vi promettiamo comunque di farlo entro la fine dell’anno. A parte questo ultimo punto, possiamo dire di aver rispettato le linee generali del programma dello scorso anno e proprio per questo abbiamo deciso di proporne uno per l’anno prossimo ancora più ambizioso!

Prima però di passare ad una descrizione dettagliata di ciò che abbiamo fatto e di ciò che vorremmo fare, dedichiamo un po’ di tempo agli amanti della statistica.

Il numero di visitatori del nostro sito internet sono aumentati in questo ultimo anno, raggiungendo quota 65850 con una media di circa 54 visitatori al giorno. Tali visitatori hanno visionato complessivamente 197043 pagine. Di questi il 91.59% sono italiani, il 1.49% statunitensi e a seguire il 0.91% di tedeschi, 0.80% di francesi, 0.67% di svizzeri e il 0.52% di spagnoli. I brasiliani, che hanno subito la peggiore diminuzione percentuale dell’anno si assestano oggi allo 0.42%. Il notevole incremento di visitatori Italiani (+0.61%) ci spinge a pensare che il taglio “nazionale” del sito, intrapreso negli ultimi due anni, sta iniziando a portare i propri frutti. L’aumento dei visitatori italiani ha ovviamente modificato anche le percentuali complessive dei visitatori stranieri. In ogni caso, il dato più deludente è una perdita relativa dello -0.28% dei visitatori svizzeri. Proprio per questo abbiamo pensato di proporre il progetto ASTROtrezzi&CH che verrà descritto nei dettagli in seguito.

Passando alla distribuzione delle visite sul territorio, la città amica di ASTROtrezzi rimane la capitale, Roma, in grado di raccogliere il 14.14% dei visitatori. Milano, vede rafforzare la propria presenza con un incremento del +2.61% che la porta al 13.76% delle visite. A seguire abbiamo Torino (4.23%), Firenze (3.92%) e Palermo (2.67%). A queste statistiche bisogna aggiungere quelle relative al sito www.smeraldino.it che, seppur ancora giovane, conta già 536 visite. Anche in questo caso i visitatori sono quasi esclusivamente italiani (92.35%) seguiti da statunitensi (3.54%), canadesi (1.49%) e svizzeri (0.37%). Data la natura “locale” del progetto le città amiche di Smeraldino sono Milano (26.26%), Roma (15.15%) e a seguire Firenze (3.43%) e la piccola cittadina milanese di Canegrate (3.23%).

Ovviamente sempre attiva rimane la nostra newsletter che conta un numero di iscritti pari a 72.

 

SOCIAL NETWORK

ASTROtrezzi è presente su quasi tutti i social network più importanti: Facebook, Twitter, Google+ e Youtube. Da quest’anno siamo presenti anche su Instagram (vedi figura 2) con 86 foto astronomiche e 170 follower. A differenza di Facebook, Twitter e Google+ dove vengono pubblicizzati i post e le novità solo dopo la loro pubblicazione su www.astrotrezzi.it, su Instagram è possibile seguire le attività di ASTROtrezzi in diretta attraverso le anteprime di quelle che saranno le foto pubblicate sul web e sugli altri social media.

Figura 2: la pagina Instagram di ASTROtrezzi

Di tutti i social, Facebook rimane il punto di forza di ASTROtrezzi. Gli “astrotrezzini” aumentano giorno dopo giorno e, dall’anno scorso, abbiamo avuto un incremento di 119 unità raggiungendo soglia 531. Di questi il 32% sono donne con un incremento del 2% rispetto all’anno precedente. L’età media dei nostri follower è tra i 23 e i 34 anni. Di questi l’88.89% sono italiani, a seguire abbiamo 9 tedeschi, 8 brasiliani, 7 inglesi e 4 francesi. Per l’anno prossimo ASTROtrezzi cercherà di arricchire il canale Youtube con lezioni, tutorial e altri video. Inoltre Flickr diventerà il portale di ASTROtrezzi per gli stranieri. Verranno pubblicate le nostre immagini con descrizioni dettagliate in sola lingua inglese.

FORUM

Questa potrebbe forse essere l’ultima apparizione del paragrafo FORUM nella pagina di commemorazione del sito. Infatti ASTROtrezzi non sarà più attivo almeno per il prossimo anno su nessun forum. Perché? Il motivo è semplice: un impegno troppo oneroso in termini di tempo. Infatti partecipare ad un forum di discussione significa avere il tempo materiale di intervenire nelle discussioni, seguirle, reperire informazioni e molto altro ancora. Il tutto è molto utile per chi cerca risposte alle proprie domande ma le informazioni rischiano di disperdersi nel web come piccole gocce nell’immenso oceano dei forum. Proprio per questo vi chiediamo di chiedere direttamente a noi via e-mail all’indirizzo davide@astrotrezzi.it o commentando i post. Dalle discussioni private nasceranno articoli tecnici che verranno messi a disposizione di tutti, come sempre, su www.astrotrezzi.it. L’unico forum che ha dato in passato visibilità al nostro sito e che non richiede eccessivo sforzo è juzaphoto. Purtroppo a seguito di una divergenza di idee con l’autore del forum su temi di natura etica, abbiamo deciso di abbandonare il forum portando con noi le nostre foto e i nostri Editor’s Pick.

LO SMERALDINO

Seppure il punto di osservazione astronomica “Lo Smeraldino” nasce nel giugno del 2015, non potevamo non inserirlo nel resoconto annuale delle attività di ASTROtrezzi. Partendo dal voler dare un “nome” al punto da cui si vorrebbe fare della ricerca amatoriale con il nuovo telescopio Newton SkyWatcher 250 mm f/5 Black Diamond, ovvero il giardino di casa, oggi Lo Smeraldino è un punto di aggregazione per chiunque voglia avvicinarsi all’Astronomia da cieli “suburbani” come quelli della Brianza. Lo Smeraldino ha una sua struttura e permette, a chi vuole di sottoporre progetti di ricerca amatoriale. Inoltre, mensilmente, si organizzano serate di divulgazione pubblica che in un anno hanno già raccolto complessivamente qualcosa come 118 presenze vedi Figura 3). Ovviamente tutti gli eventi sono gratuiti, previa prenotazione.

Figura 3: alcuni visitatori delle "Serate a Lo Smeraldino" (foto Lorenzo Viola)

A partire dal 25 dicembre 2015 si è inaugurato il progetto “One Year of the Sun” che terminerà il 25 dicembre 2016. Questo consiste nel riprendere e misurare giornalmente il diametro del Sole. Questo è il primo progetto pilota di ricerca amatoriale promosso da Lo Smeraldino. Per maggiori informazioni rimandiamo comunque al sito www.smeraldino.it. Altri progetti sono previsti in ambito fotometrico, astrometrico e spettroscopico.

COSA ABBIAMO FATTO E COSA FAREMO

Come detto in precedenza, molto è stato fatto in questo ultimo anno ma molto c’è ancora da fare. In questo paragrafo cercheremo pertanto di dare spazio alle idee ed ai progetti per il futuro. Iniziamo dal sito web www.astrotrezzi.it. Entro la fine del 2016 cercheremo di aggiornarlo all’ultima versione di WordPress modificandone, se possibile, l’aspetto grafico e l’organizzazione degli articoli. Ovviamente manterremo attiva la nostra newsletter. Prendendo spunto dal nuovo restyling del sito, disegneremo un nuovo logo per ASTROtrezzi, interamente realizzato da un grafico professionista. Tale logo diventerà quello ufficiale e verrà mantenuto nei prossimi anni. Ovviamente proseguiremo nella scrittura di articoli e speciali dedicati ai fenomeni astronomici rilevanti che avranno luogo nel prossimo anno. Questi, insieme alle immagini in alta definizione e l’assenza di pubblicità, saranno la struttura portante del sito per i prossimi anni. È nostra intenzione iniziare la stesura di un libro di astrofotografia o di astronomia con le immagini completamente riprese da ASTROtrezzi.

Cercheremo, insieme a Lo Smeraldino, di instaurarci sul territorio attraverso conferenze e serate osservative. Il tutto in collaborazione con il Gruppo Amici del Cielo e il nostro sponsor ARTESKY. Proprio da questa collaborazione, nelle prossime settimane inizierà il corso di spettroscopia. Un corso di alto livello tenuto in aula e sul campo dedicato ai soci e non del Gruppo Amici del Cielo. Al fine di far conosce ASTROtrezzi anche in Svizzera, abbiamo deciso di inaugurare a breve il progetto ASTROtrezzi&CH ovvero una richiesta di collaborazione con i più grandi gruppi astrofili svizzeri nonché una serie di conferenze in cantone Ticino.

Il 28 maggio del 2017 inoltre andremo a festeggiare i cinque anni di ASTROtrezzi. Per prepararci all’importante ricorrenza, verranno organizzati eventi in prossimità degli equinozi e solstizi che ci separano dalla fatidica data. Ovviamente proseguiremo nel progetto catalogo Messier e nella ripresa dei pianeti nani, oggi ridottasi ai soli Cerere ed Eris. Il mese di giugno 2016 verrà inoltre inaugurata la stazione meteo ASTROmeteo, che raccoglierà giorno dopo giorno dati di: temperatura, umidità, irraggiamento solare, pressione e precipitazioni medie del luogo di osservazione astronomica Lo Smeraldino. Sempre rimanendo in tema Smeraldino, anche per il prossimo anno proseguiranno le osservazioni “le serate a lo smeraldino”. Purtroppo dobbiamo riportare la chiusura definitiva del corso di astrofotografia on-line. Le lezioni del corso saranno comunque ancora disponibili on-line. Immagini ed informazioni tratte dal nostro sito sono diventate parte del workshop di astronomia organizzato dal fotografo torinese Alberto Bari (http://www.albertobari.com). Interessanti sono stati i contatti con aziende private e associazioni avute lo scorso anno e ci auguriamo di averne anche nel prossimo. Un programma ambizioso, probabilmente interessante e che vale assolutamente la pena di vivere: insieme!




IV Concorso ASTROfotografico

IV Concorso ASTROfotografico è la quarta edizione di “concorso fotografico” organizzato da ASTROtrezzi.it. Come ogni anno verranno premiata la foto astronomica più bella tra quelle inviate, entro il 21 luglio 2016, a davide@astrotrezzi.it . Un concorso informale, dedicato a chi neofita o professionista, vuole condividere con noi delle bellissime immagini dell’Universo che ci circonda. Possono partecipare tutti, senza limiti di età, inviandoci un massimo di 10 immagini. NON è necessario avere una strumentazione astronomica professionale (come descritto in questo post) per ottenere ottime immagini astrofotografiche, basta solo passione e tanta fantasia… Le immagini non verranno utilizzate per fini commerciali e verranno pubblicate unicamente sul nostro sito internet www.astrotrezzi.it . Non esiste nessuna commissione giudicatrice, targhette o diplomi. Le immagini che ci invierete verranno giudicate unicamente da Davide Trezzi in funzione dell’età dell’autore (bambino, ragazzo o adulto), della strumentazione utilizzata (amatoriale o professionale) e della qualità dello scatto (tecnica e creatività). Il vincitore riceverà una stampa di una delle foto presenti su ASTROtrezzi oppure quella dell’immagine premiata con la scritta “Vincitore IV Concorso Astrofotografico″. Infine l’immagine prescelta diventerà la foto bacheca di ASTROtrezzi su facebook.

Riportiamo in seguito i nomi dei vincitori delle scorse edizioni del Concorso Astrofotografico con un link alle immagini dei partecipanti ed ai vincitori delle singole categorie edizione 2013 (Ambientata: Massimiliano Maura, DeepSky: Rosario Magaldi, Planetaria: Marco Valli e Marco Tentori):

Oltre alle immagini in formato JPEG ricordate di inviarci anche il nome e cognome dell’autore, il titolo, i dati di scatto e l’eventuale consenso ad una pubblicazione delle immagini ad alta risoluzione. Queste, che potranno presentare il logo identificativo dell’autore, verranno pubblicate sul sito www.astrotrezzi.it in formato 800 x 600.

locandina del concorso

La locandina del concorso è disponibile anche in formato PDF. Riportiamo di seguito le immagini dei partecipanti in ordine di sottomissione.  Per visionare le immagini della terza edizione cliccate qui.

NEWS: Il concorso è prolungato fino al 21 luglio 2016!!! Approfittatene

Di seguito le foto che partecipano al IV Concorso ASTROfotografico:

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ASTROparty ESTATE 2015

Quale è il miglior modo per festeggiare il premio della giuria agli “STAR OF EUROPE AWARD 2015” se non sotto un cielo stellato? Questo era l’intento della serata astronomica del 7 luglio organizzata da ASTROtrezzi presso la Colma di Sormano (CO). Purtroppo, contraddicendo tutte le previsioni meteorologiche il cielo, inizialmente sereno, si è coperto di nuvole già a partire dalle ore 21.30. I pochi intrepidi cacciatori del cielo si sono comunque presentati all’appello “armati” di telescopi: Mario Rossi, Gianni Carcano e Stefano Seveso (ARTESKY) hanno iniziato nervosamente ad accarezzare i propri telescopi perplessi di fronte a condizioni meteo decisamente sfavorevoli. Nel frattempo, a farci compagnia è arrivato lo staff dell’Osservatorio Astronomico di Sormano, anch’esso in quota nella speranza di catturare qualche fotone cosmico. A questi ovviamente si sono aggiunti passanti, curiosi e follower di ASTROtrezzi.it .

Verso le 22.30 la demoralizzazione per il cielo coperto si trasforma in disperazione. Tra le nubi infatti si osservano continue scariche elettriche e i primi tuoni sembrano arrivare dal fondovalle. Per evitare il peggio si smontano tutti gli strumenti ed il campo osservativo diventa un salotto di discussione. La lieve brezza, le nuvole sempre più scure ed i lampi mettono comunque meno paura della calura estiva, che in questi giorni sta raggiungendo valori record. Verso le 23.00 però qualcosa inizia a cambiare. Tra le nuvole si apre uno spazio di cielo sereno, alcune stelle si accendono così come la speranza.

Saturno ripreso durante la serata "ASTROparty ESTATE 2015"

Appare l’Orsa Maggiore, la stella polare e Saturno. Come pazzi scatenati si montano in tutta fretta le due montature SkyWatcher NEQ6 e AZ-EQ6 con rispettivamente un Newton ed un Ritchey Crethien da 20 cm. Niente puntamento automatico, gli spazi di cielo sereno non ce lo hanno permesso. Un salto nel passato, fatto di mappe e cercatore. Intanto Saturno ritorna tra le nuvole ma questo non ci impedisce di osservare alcuni oggetti Messier. Nel frattempo il 7 luglio cede il passo all’8 così come le nuvole al sereno. Un cielo stellato, seppur biancastro a causa del sorgere della Luna, ci ha permesso di fare una bella seppur breve osservazione. Seppur basso e con un seeing terribile abbiamo ripreso Saturno con la nuova camera Omegon Proteus 120 MCI, premio della giuria del concorso organizzato da Astroshop (vedi immagine). All’una di notte decidiamo di smontare e scendere, il giorno dopo ognuno di noi dovrà andare al lavoro. Una notte strana, una notte ricca di sorprese, una chiacchierata al fresco a 1200 metri sopra il livello del mare, frutto di una passione comune: l’Astronomia.




disegna ASTROtrezzi

Il logo di ASTROtrezzi ha un significato ben preciso. Esso rappresenta la nostra Galassia, la Via Lattea, con i bracci colorati alternativamente giallo/nero. In uno dei bracci si trova il pianeta Terra che è rappresentato da un punto nero. Dal primo giorno di vita di questo sito, il logo ha accompagnato le attività principali di ASTROtrezzi: foto, concorsi e documenti di vario genere. Ormai un po’ tutti ci siamo affezionati alla spirale bicolore che nel corso degli anni è andata modificandosi dall’originale girandola a 4 bracci all’attuale S a 2 bracci. Dopo un lungo periodo è giunto ancora il momento di cambiare logo. Se però sino ad oggi i disegni erano ideati e realizzati completamente da Davide Trezzi, a partire dai prossimi mesi i protagonisti potreste essere voi. Se infatti siete grafici, artisti o semplicemente amatori, potete inviare a davide@astrotrezzi.it la vostra rielaborazione del logo. Le regole fondamentali sono mantenere i colori (nero/giallo) ed il significato (galassia a spirale con un punto nero su un braccio), tutto il resto è lasciato alla vostra fantasia.

I loghi di ASTROtrezzi: passato, presente... il futuro? A voi la fantasia.

Riportiamo in seguito i disegni ricevuti con il nome dell’autore. Tra questi verrà scelto il vincitore del concorso “disegna ASTROtrezzi” che riceverà una bellissima foto omaggio!!! Cosa aspettate quindi, il futuro logo di ASTROtrezzi potrebbe essere il vostro.

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L’iniziativa “disegna ASTROtrezzi” sarà attiva fino al 23 settembre 2015.

Buona Fantasia,

ASTROtrezzi