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Telescopio riflettore Newton SkyWatcher 150 mm f/5

Riportiamo di seguito l’analisi dettagliata di questa ottica acquistata il 31/10/2008 da Miotti Ottica (Milano).

Specchio primario
Lo specchio primario si presenta circolare, del diametro pari a 15 cm con disegnato nel centro un anello utile ai fini della collimazione. Questo è stato sottoposto dal 2008 al 2012 ad ogni tipo di condizione atmosferica. La pulizia dello specchio è stata effettuata il giorno 25 Settembre 2012. Questa ha rimosso ogni tipo di sporco tranne un granello nero di vernice (quella che riveste il supporto dello specchio secondario, vedi figura 1), che si è ancorato alla superficie dello specchio. Per rimuoverlo sarebbe stato necessario applicare un mezzo abrasivo (o contundente) che avrebbe rovinato la superficie dello specchio. Pertanto, date le piccolissime dimensioni del grano si è deciso di non procedere accettando una perdita di luce stimata inferiore allo 0.001%.

Figura 1 : Il piccolo granello di vernice nera depositata sullo specchio primario

La cella dello specchio primario è ben fatta con tre viti di regolazione dotate di buona mobilità (si consiglia di allentarle leggermente prima di procedere con la collimazione dello strumento). Lo specchio è appoggiato su tre spessori di sughero come mostrato in Figura 2.

Figura 2 : cella di sostegno dello specchio primario. Ben visibili sono i tre spessori di sughero.

Una volta collimato lo strumento una piastra in metallo ricopre le viti di collimazioni proteggendo lo specchio da possibili urti accidentali.

Specchio secondario
Lo specchio secondario, del diametro di 35 mm, è ancorato a quattro razze di colore nero. Come il primario anche questo è stato sottoposto a diverse condizioni atmosferiche richiedendone pertanto la pulizia, effettuata il giorno 27 settembre 2012. Il sostegno del secondario non è mai stato smontato; si presenta stabile con le tre viti di fissaggio dotati di buona mobilità (Figura 3).

Figura 3 : Il sostegno dello specchio secondario

Se le razze di soli 0.5 mm di spessore, riducono (insieme alle dimensioni del secondario) l’ostruzione dello strumento fissato a 0.23, di contro rendono la collimazione  piuttosto difficile a seguito della possibile torsione del sistema. Si consiglia pertanto di non stringere mai energicamente le viti di regolazione dello specchio.

Fuocheggiatore
Il fuocheggiatore è molto economico e diversifica questo modello da quello identico più costoso (SkyWatcher Black Diamond). Ospita oculari da 31.8 mm e svitandone il sostegno è possibile avvitare un anello T  per il raccordo con fotocamere digitali (vedi figura 4).

Figura 4 : il barilotto porta oculari

Data la scarsa qualità della cremagliera è consigliabile fuocheggiare lasciando allentata la vita di fissaggio e bloccare il tutto solo quando lo strumento si trova nella posizione definitiva. Quando collimate il telescopio ricordatevi quindi di serrare la vita di fissaggio del fuocheggiatore riproducendo così la condizione di ripresa fotografica.

Intubazione
Il cammino ottico è completamente protetto da un tubo metallico di lunghezza 67 cm e diametro 18 cm.  Questo presenta esternamente un graffio lungo un lato, appena visibile tra gli anelli di supporto del telescopio, mentre internamente è verniciato uniformemente di color nero opaco. Il materiale che costituisce il tubo è economico ma leggero (un banale lamierino piegato). La struttura è praticamente identica alla versione più costosa con la differenza che invece di essere verniciata con del nero metallizzato in questo caso è stato utilizzato un blu. Il lamierino si incastra con precisione nella cella del primario e nel supporto del secondario il quale purtroppo perde dei pezzetti di vernice nera in prossimità del tappo di copertura (gli stessi che poi nel corso degli anni sono caduti sugli specchi).
Il telescopio è sostenuto da una coppia di anelli in metallo uno dei quali presenta una vite con passo fotografico per collegare una eventuale camera digitale in parallelo. Questi sono collegati tra loro da una barra a coda di rondine tipo Vixen.

Cercatore
Il cercatore è un 6 x 30 originale dello stesso colore del telescopio. Il sostegno invece è stato sostituito con quello di un rifrattore acromatico Antares Venere del 1998. Questo presenta tre viti di regolazione ed al suo interno il cercatore è fissato con un elastico invece della guarnizione originale (OR) andata distrutta a seguito di un forte sbalzo termico. L’immagine del cercatore è riportata in figura 6.

Figura 6 : Immagine del cercatore 6 x 30 SkyWatcher.

Collimazione
La collimazione del telescopio è piuttosto semplice anche se bisogna serrare completamente la vita di fissaggio del fuocheggiatore. Questa viene poi mantenuta a lungo nel tempo anche a seguito di lunghi spostamenti in auto. Le dimensioni ridotte dello specchio fanno si che la messa a fuoco e la collimazione non cambino molto riducendo a pochi minuti il tempo di climatizzazione delle ottiche. L’ultima collimazione effettuata con oculare di Cheshire e collimatore laser è stata effettuata il giorno 27 settembre 2012.

Osservazione visuale
Il basso rapporto focale di questo strumento lo rende molto luminoso e quindi adatto per osservazioni del profondo cielo. Allo stesso tempo il diametro modesto ma non grandissimo dell’ottica (e quindi del tubo) non degradano eccessivamente le immagini planetarie che si presentano comunque nitide e ricche di dettagli. Per confronto, la quantità e qualità di dettagli di questo Newton 150 mm f/5 è di gran lunga superiore a quella che si ottiene con un rifrattore acromatico da 10 cm f/10. Il piccolo diaframma presente sul tappo del telescopio aumenta il rapporto focale, utile durante le osservazioni lunari.
Il barilotto da 31.8 mm permette di utilizzare tutti gli accessori di questo diametro, meno costosi dei parenti da 50.8 mm (due pollici). Il cercatore 6 x 30 fornisce invece il giusto ingrandimento per il neofita che si avvicina per la prima volta ad un telescopio. La sostituzione con un cercatore 8 x 50 o superiore può essere utile per gli astrofili visualisti più esigenti.

Ripresa con fotocamere digitale
Pensato probabilmente come un ripiego dalla ditta costruttrice, l’utilizzo di questo strumento per riprese astronomiche è tutt’altro che sconsigliato. Il rapporto f/5 garantisce infatti alta luminosità e allo stesso tempo permette di contenere il coma. Persino la collimazione degli spechi non si presenta drammatica rispetto ai suoi parenti con rapporti focali f/4 o inferiori. Unico punto debole, come detto precedentemente, è il fuocheggiatore. Questo limita l’utilizzo di accessori da 31.8 mm, escludendo di fatto il possibile utilizzo di un correttore di coma. Pertanto l’astrofotografo più esigente dovrà accontentarsi di un leggero coma ai bordi (comunque inferiore di quello presente in un Newton SkyWatcher 200 mm f/4 + correttore di coma Baader MPCC). È sempre il fuocheggiatore ad aumentare la difficoltà di messa a fuoco dello strumento dato che la cremagliera introduce un movimento alto – basso alla camera. Però sino ad ora abbiamo parlato di DSLR. Il problema non si pone se si utilizza una camera CCD a sensore piccolo dotata di connessione 31.8 mm (tipo la CCD ATIK 314L+). Il perno per la fotografia in parallelo è invece una buona soluzione per fotocamere leggere e dotate di obiettivi a corta focale.
Infine, malgrado la relativa corta focale (750 mm), questo strumento è risultato buono anche per riprese lunari e dei maggiori pianeti del Sistema Solare. In questo caso è comunque consigliabile una buona lente di Barlow (come le Powermate della TeleVue).
Di seguito portiamo alcuni esempi di immagini astronomiche riprese con questo strumento: Giove, Saturno, Luna, Sole, Galassia M101 e persino Plutone!




Come pulire lo specchio primario del nostro telescopio

I telescopi Newton consistono in due specchi: uno primario di grosse dimensioni ed uno secondario più piccolo. Il primo (parabolico) convoglia tutta la luce sul secondo (piano) che a sua volta lo riflette nella direzione dell’oculare o della nostra DSLR/CCD. Un tubo protegge il cammino ottico da luci parassite e polvere. L’astrofilo si sente così immune dall’eventualità di pulire le proprie ottiche, ma non sempre è così. Infatti l’umidità sotto forma di acqua o ghiaccio può comunque depositarsi sullo specchio primario lasciando tracce calcaree. Inoltre polvere di vario tipo, ad esempio sollevata dal manto stradale, o piccoli detriti di vernice utilizzata per ricoprire internamente il tubo possono depositarsi sul nostro specchio.
Più un telescopio è utilizzato e più la degradazione dell’ottica diventa importante. Dopo anni si rischia che l’intera superficie del primario risulti offuscata diminuendo così le prestazioni del proprio telescopio. Come fare a riportare il tutto alle condizioni originali?
Tra gli astrofili si è sempre detto: quando un newton è sporco è giunto il momento di venderlo, buttarlo o rialluminargli gli specchi. Questo perché, fino a pochi anni fa, gli specchi erano molto delicati e le tecniche di produzione non prevedevano la presenza di uno strato protettivo posto sopra la superficie riflettente dello stesso così come avviene oggi.
Quindi niente paura! Prima di tutto è necessario rimuovere con cura il tubo dalla culatta e quindi lo specchio dalla cella. Queste operazioni vanno realizzate con i guanti registrando bene la posizione delle viti e perni di fissaggio.

Immersione dello specchio in un catino di plastica

Dopodiché, sempre con i guanti, si procede inserendo lo specchio in un catino di plastica. Con un getto d’acqua si lava bene la superficie dello specchio senza mai toccarla. Questo procedimento dovrebbe rimuovere la polvere meno insistente e tutto il calcare presente sulla superficie.
Dopodiché si riempie il catino d’acqua in modo che lo specchio risulti completamente immerso. Si aggiunge all’acqua qualche goccia di sapone neutro. Si agita un po’ finché non si vede un po’ di schiuma. Attendere qualche minuto tenendo le mani in acqua in modo che si ammorbidiscano. Successivamente si versa qualche goccia di sapone sul pollice e con un movimento leggero lo si fa passare sullo specchio lasciandolo sempre immerso in acqua. Questo dovrebbe permettere la rimozione di quasi tutta la polvere rimasta. Continuare ad immergere/emergere lo specchio dall’acqua mentre con il pollice si rimuovono gli ultimi granelli di polvere.
Quando lo specchio risulta pulito si facciano parecchi sciacqui al fine di rimuovere tutto il sapone residuo. Fatto questo si svuoti il catino e si lavi per un’ultima volta lo specchio con acqua distillata.
Lo specchio così pulito andrà posto in posizione verticale su un asciugamano e, alternando asciugacapelli (minima temperatura, massima distanza) a panno in microfibra per occhiali, si asciuga lo specchio. Se il risultato non è soddisfacente si ripetano le operazioni precedenti a partire dal lavaggio con acqua distillata.

Risultato dell'operazione di pulizia dello specchio primario di un riflettore Newton 150 mm f/5




Collegare una fotocamera ad una montatura con attacco Vixen

Abbiamo visto in Collegare una fotocamera in parallelo con Geoptik GK2” come sia possibile collegare una fotocamera digitale in parallelo ad un telescopio guida attraverso la testa Geoptik GK2. Purtroppo il sistema, indipendentemente dal telescopio guida applicato, risulta pesante e piuttosto costoso. Se siete interessati ad un sistema più semplice, leggero ed economico questo articolo fa per voi. Purtroppo tutto questo andrà a scapito della capacità di guida che permetterà di effettuare immagini solo con obiettivi grandangolari o FishEye.

I pezzi da acquistare sono due: una piccola testa per treppiedi (disponibili anche nel mercato dell’usato, nell’esempio una Velbon) e una barra di tipo Vixen, meglio se piuttosto lunga. Come mostrato in figura la testa deve essere avvitata a metà barra al fine di poterla muovere ottenendo un bilanciamento corretto dell’asse di declinazione. Come adattare la testa al piano della sbarra dipende dalla vostra fantasia. Lasciatevi quindi andare con trapani e saldatori: buon lavoro!

Il sistema testa fotografica + barra tipo Vixen + montatura equatoriale SkyWatcher EQ3.2 permette di guidare facilmente una Canon EOS 40D con obiettivo FishEye 8 mm T.L.K.

Per visualizzare le immagini astronomiche riprese in questa configurazione fate riferimento alla sezione ASTROfotografia.




Collegare una fotocamera in parallelo con Geoptik GK2

La fotografia in parallelo, dopo la ripresa a camera fissa, è una delle tecniche più semplici utilizzate dal neofita per ottenere immagini gradevoli di costellazioni e nebulose a grande campo.

Questa consiste nel collegare la fotocamera digitale con relativo obiettivo in parallelo al telescopio di guida (per maggiori informazioni si veda la sezione ASTROfotografia). Ed è proprio il collegamento fotocamera – telescopio la parte che infine si dimostra essere la più critica.

Infatti quello che uno vorrebbe è una testa mobile in grado di sopportare qualche chilogrammo collegata solidamente agli anelli del telescopio di guida.

Alcuni telescopi come gli Schmidt Cassegrain (come ad esempio il Celestron C8) o Ritchey-Chrétien (GSO RC8) prevedono il collegamento della fotocamera tramite piggy-back.

Questo sistema economico NON prevede però nessuna regolazione della fotocamera e quindi non è sempre detto che telescopio e obiettivo risultano perfettamente allineate. Inoltre questo sistema non funziona su rifrattori, newton e tutti gli altri schemi ottici.

Infatti, coloro che posseggono questi tipi di telescopi spesso fanno riferimento alla testa micrometrica tipo Witty 1 della Baader Planetarium collegata o al posto del cercatore o agli anelli del telescopio di guida tramite opportune connessioni artigianali.

Questo tipo di testa (testata da ASTROtrezzi) risulta però instabile se si utilizzano obiettivi molto pesanti, cedendo in altezza sotto il peso della strumentazione.

Le comuni teste “fotografiche” invece allontanano troppo la fotocamera dal telescopio aumentandone il braccio (e quindi il peso necessario per contrappesare il sistema) creando problemi di inseguimento (il telescopio guida deve essere il più vicino possibile all’obiettivo di ripresa).

L’alternativa migliore è quella di utilizzare la testa astronomica Geoptik GK2. Questa consiste praticamente in una testa altazimutale con collegamento a coda di rondine tipo Vixen pensata per sostenere piccoli telescopi di guida (fino a 4 kg). Con una piccola modifica vedremo come la Geoptik GK2 può essere facilmente adattata per riprese astrofotografiche in parallelo.

Acquistate da un fotografo oppure on-line (per esempio www.fotocolombo.it) l’aggancio rapido Manfrotto modello 394.

A questo punto, svitate il collegamento della Geoptik GK2 a coda di rondine tipo Vixen ed avvitate l’aggancio rapido Manfrotto (basetta) al piano della testa come mostrato in figura.

Il collegamento tra l’aggancio rapido Manfrotto 394 e la testa Geoptik GK2

La testa Geoptik deve essere a sua volta avvitata ad una barra metallica, preferibilmente in Alluminio per non appesantire troppo la struttura. Il sistema barra più testa dovrà essere fissata agli anelli del telescopio guida. Nel caso in cui questo sia uno SkyWatcher o simili, è possibile far passare la vite attraverso i fori con filettatura fotografica presenti sugli anelli bucando se necessario la foderatura interna. Il collegamento testa – asta – anelli del telescopio è mostrata in figura.

Il collegamento della testa Geoptik GK2 agli anelli del telescopio di guida

Un telescopio di modeste qualità ottiche, economico e ideale per la ripresa in parallelo è il rifrattore acromatico SkyWatcher 70mm f/7.1. Il sistema Geoptik GK2 – rifrattore guida – fotocamera digitale Canon EOS 40D – obiettivo fotografico è supportato perfettamente da una montatura economica come la SkyWatcher EQ3.2 (vedi figura).

Sistema per fotografia in parallelo: telescopio rifrattore acromatico SkyWatcher 70 mm f/7.1 + testa Geoptik GK2 + fotocamera Canon EOS 40D + obiettivo FishEye T.K.L. 8 mm, il tutto su montatura SkyWatcher EQ3.2 motorizzata.

 I risultati ottenuti con questa strumentazione sono riportati nella sezione ASTROfotografia.