1

NGC 6334 – 22/08/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky Carbon Fiber 80mm f/7

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) con filtro Baader (with Baader Filter) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky 70mm f/6

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): riduttore/spianatore 0.8x (0.8x reducer/field flattener)

Software (Software): PixInsight + Adobe Photoshop CS6

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  Astronomik UHC-E

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 4770 x 3178 (finale/final)

Data (Date): 22/08/2014

Luogo (Location): Castel del Monte – AQ, Italia (Italy)

Pose (Frames): 5 x 600 sec at/a 800 ISO.

Calibrazione (Calibration): 14 x 600 sec dark, 40 bias, 33 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 6.8%

Campionamento (Pixel scale): 2.1758 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 448 mm

Note (note): non presente (not present)

NGC 6334 - 22/08/2014




C/2014 E2 (Jacques) – 18/08/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky Carbon Fiber 80mm f/7

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky 70mm f/6

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): riduttore/spianatore 0.8x (0.8x reducer/field flattener)

Software (Software): IRIS + Adobe Photoshop CS6

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 4660 x 3060 (finale/final)

Data (Date): 18/08/2014

Luogo (Location): Castel del Monte – AQ, Italia (Italy)

Pose (Frames): 12 x 180 sec at/a 800 ISO.

Calibrazione (Calibration): 2 x 180 sec dark, no bias, no flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 35.9 %

Campionamento (Pixel scale): 2.1758 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 448 mm

Note (note): non presente (not present)

C/2014 E2 (Jacques) - 18/08/2014

Riportiamo anche un crop dell’immagine al fine di visualizzare la coda della cometa.

C/2014 E2 (Jacques), crop - 18/08/2014




NGC 6357 – 18/08/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky Carbon Fiber 80mm f/7

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) con filtro Baader (with Baader Filter) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky 70mm f/6

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): riduttore/spianatore 0.8x (0.8x reducer/field flattener)

Software (Software): PixInsight + Adobe Photoshop CS6

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  Astronomik UHC-E

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 4770 x 3178 (finale/final)

Data (Date): 18/08/2014

Luogo (Location): Castel del Monte – AQ, Italia (Italy)

Pose (Frames): 7 x 600 sec at/a 800 ISO.

Calibrazione (Calibration): 10 x 600 sec dark, 39 bias, 36 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 35.9 %

Campionamento (Pixel scale): 2.1758 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 448 mm

Note (note): non presente (not present)

NGC 6357 - 18/08/2014

Riportiamo anche una versione più contrastata e a cui è stata applicata la riduzione di rumore in maniera più decisa.

NGC 6357 - 18/08/2014




NGC 7000 – 05/08/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky 70mm f/6

Camera di acquisizione (Imaging camera): CCD Atik 383L+ B/W [5.4 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky Carbon Fiber 80mm f/7

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): PixInsight + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): riduttore/spianatore 0.8x (0.8x reducer/field flattener)

Filtri (Filter): Astronomik CCD Hα 13nm, Astronomik CCD SII 13nm, Astronomik CCD OIII 12nm

Risoluzione (Resolution): 1681 x 1268 (originale/original), 1388 x 1046 (finale/final)

Data (Date): 05/08/2014

Luogo (Location): Sormano (CO), Italia (Italy)

Pose (Frames): 5 x 780 sec bin 2×2 Hα, 5 x 1080 sec bin 2×2 SII, 5 x 1080 sec bin 2×2 OIII,

Calibrazione (Calibration): 10 x 780 sec bin 2×2 dark Hα, 10 x 1080 sec bin 2×2 dark SII, 10 x 1080 sec bin 2×2 dark OIII, 40 bias, 40 flat Hα, 40 flat SII , 40 flat OIII.

Fase lunare media (Average Moon phase): 69.2%

Note (note): RGB (SIIHαOIII)

NGC7000 - 05/08/2014




Montatura SkyWatcher AZ-EQ6 GT

Riportiamo in seguito un’analisi critica della montatura equatoriale/altazimutale SkyWatcher AZ-EQ6 GT acquistata presso il negozio Miotti Ottica di Milano il 24/01/2014. Nota come “AZ-EQ6”, questa montatura può essere pensata come il terzo update di casa SkyWatcher dopo rispettivamente i modelli EQ6 ed NEQ6.

La montatura (peso testa 15.4 kg) così come il treppiedi (peso7.5 kg) e gli accessori risultano ben imballati. Il manuale in italiano ed inglese, completo e ben fatto, è incluso nella confezione. Una volta rimosso l’imballo e montata, la AZ-EQ6 appare più snella ed elegante della vecchia NEQ6 mantenendone comunque le caratteristiche principali.

Saltano subito all’occhio alcuni piccoli ma importanti accorgimenti che molto hanno fatto dannare i possessori di NEQ6. Innanzitutto la manopola per la regolazione dell’altezza dell’asse polare. Questa nel modello NEQ6 era costituita da due viti contrapposte, spesso dure nei movimenti tanto da piegarsi in alcuni casi compromettendo il funzionamento della stessa montatura. L’AZ-EQ6 GT mostra invece un ottimo perno di regolazione, fluido nei movimenti e ben più efficace del precedente. Peccato invece per le leve di regolazione dell’azimut dell’asse polare rimaste invariate e sottodimensionate, a mio avviso, al fine di ottenere un movimento preciso e confortevole.

Ricordiamo inoltre che la AZ-EQ6 GT è una montatura si equatoriale ma che può essere facilmente trasformata in una altazimutale. Questa funzionalità non è stata testata da ASTROtrezzi, data la destinazione astrofotografica della stessa.

Rimanendo sempre in tema di asse polare, un occhio di riguardo va al mirino polare. Questo è identico a quello della NEQ6, anche se nel modello in esame è risultato traballino specialmente per quel che riguarda il reticolo. Tale mirino è, a nostro avviso, forse poco preciso in relazione alla qualità della montatura e pertanto ne consigliamo la sostituzione con uno modello Losmandy (si può montare grazie all’apposito adattatore sviluppato da Geoptik). Un peggioramento dell’AZ-EQ6 rispetto alla NEQ6 è la mancanza di un tappo in grado di proteggere il mirino polare, specialmente durante il trasporto (vedi figura 1).

Figura 1: il mirino polare della montatura equatoriale alla tedesca SkyWatcher AZ-EQ6 GT

 Proseguendo l’elenco delle migliorie rispetto alla NEQ6, non possiamo non segnalare la sostituzione del jack di alimentazione con uno a vite. In questo modo si garantisce un miglior contatto elettrico diminuendo di conseguenza la possibilità di fuoriuscita del cavo durante la sessione astronomica/astrofotografica. Infelice invece è stata la scelta di uno standard del jack non semplice da trovare in Italia. Interessante la porta SNAP, specialmente per chi vuole fare riprese in senza l’utilizzo di computer. Ottima, sotto certi aspetti, è stata la scelta di sostituire la porta RS-232 con una classica di rete ethernet. In questo modo è possibile sostituire senza troppi problemi il cavo tra montatura e telecomando (ad esempio per allungarlo o sostituirlo in caso di rottura).

Prima di passare all’analisi degli assi e quindi alla prova sul campo, vi segnaliamo di prestare particolare attenzione al punto di contatto tra testa e cavalletto. Nel prodotto in esame, se la montatura non è posta esattamente in sede, diviene instabile presentando piccole ma importanti flessioni. Inoltre consigliamo di sostituire la posizione del perno di regolazione dell’asse polare presente sul cavalletto (di colore nero) da nord a sud. In questo modo andremo ad ottimizzare la ripresa di oggetti celesti nell’emisfero boreale.

Arriviamo quindi all’analisi degli assi. Qui a mio avviso le modifiche della AZ-EQ6 rispetto alla NEQ6 sono discutibili. Gli assi infatti appoggiano su una guarnizione e risultano fluidi in assenza di peso. Quando però viene montato un carico sugli assi, questa guarnizione viene compressa con un aumento di attrito e riduzione della fluidità della montatura (vedi figura 2).

Figura 2: pressione sulle guarnizione ad opera del peso caricato sulla montatura

 

Una montatura poco fluida non permette un buon bilanciamento dell’ottica e quindi la possibilità di malfunzionamento della stessa, specialmente durante il passaggio dell’oggetto da riprendere al meridiano. Ricordiamo che un cattivo bilanciamento e messa in polare di una montatura equatoriale alla tedesca sono tra le principali sorgenti di derive durante le lunghe esposizioni. Malgrado ciò la trasmissione a cinghia dei motorini ha notevolmente ridotto la rumorosità della montatura, migliorandone anche la precisione. Dal punto di vista software invece va notato l’innovativo allineamento polare assistito, già presente (anche se con una vita travagliata) nella “vecchia” NEQ6.

Passiamo quindi al test sul campo. Abbiamo analizzato prima di tutto l’andamento delle correzioni in A.R. e declinazione così come fornite da PHD2. In particolare in figura 3 abbiamo raffigurato una finestra temporale di 2000 secondi effettuata con la montatura AZ-EQ6 GT in esame e la vecchia NEQ6.

Figura 3: L’analisi effettuata con PHD2. Maggiori dettagli nel testo.

 

Come si vede le correzioni sono simmetriche nelle due direzioni (nord-sud, est-ovest) con ampiezza media delle oscillazioni più ampie per la NEQ6 (0.28 pixel) rispetto alla AZ-EQ6 (0.13 pixel). Ricordando che queste sono anche funzione del seeing, potremmo comunque dire che la AZ-EQ6 GT sembrerebbe più precisa nella qualità dell’inseguimento ovvero essa è in grado di fornire stelle più puntiformi. Questo però non basta in termini di qualità. La stella può essere puntiforme ma presentare delle derive. Per far questo calcoliamo il valor medio della posizione di A.R. e declinazione. Anche qui l’AZ-EQ6 GT mostra un errore medio rispetto al valore teorico (zero) del 0.9%, ben inferiore allo 1.3% della NEQ6.

Malgrado ciò anche l’AZ-EQ6 mostra una deriva massima stimata intorno a 0.32 arcsec/minuto. Considerando un seeing medio di 3 arcsec abbiamo la presenza di mosso dopo circa 20 minuti di posa (1200 secondi). Questo è ben visibile nella sequenza di scatti rappresentati in figura 4.

Figura 4: deriva della AZ-EQ6 in funzione del tempo di esposizione nelle peggiori condizioni di funzionamento (stella al meridiano).

 Questa deriva non è dovuta ad una flessione del setup e quindi è da imputare ad un non perfetto stazionamento e bilanciatura dello strumento oltre all’errore intrinseco della montatura stessa. Un’altra prova analoga è riportata in figura 4, relativa alla ripresa della nebulosa NGC6888.

Figura 5: errore di inseguimento della montatura in condizioni critiche (oggetto di ripresa al meridiano)

Concludendo quindi la montatura AZ-EQ6 mostra parecchi miglioramenti rispetto alla precedente NEQ6. In particolare ricordiamo la leva di regolazione dell’asse polare, gli ingressi di tensione e telecomando nonché le cinghie di trasmissione. Peggioramenti invece sono arrivati dal lato della trasportabilità (mirino polare) e di bilanciamento degli assi e nella deriva pari a quella misurata nella vecchia NEQ6 e che forse rappresenta il limite meccanico vero di queste montature.




NGC 6992, NGC 6995, IC1340 – 03/08/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher BlackDiamond 200 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 40D (filtro LPF1+LPF2 rimosso / LPF1+LPF2 filter removed) [5.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico (refractor) SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): IRIS + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): correttore di coma Baader MPCC (coma corrector)

Filtri (Filter):  UHC-E

Risoluzione (Resolution): 3888 x 2592 (originale/original), 3908 x 2532 (finale/final)

Data (Date): 03/08/2014

Luogo (Location): Sormano – CO, Italia (Italy)

Pose (Frames): 12 x 720 sec at/a 400 ISO.

Calibrazione (Calibration): 5 x 720 sec dark, 40 bias, 40 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 48.3%

Campionamento (Pixel scale): 1.178809 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1000 mm

Note (note):

NGC6992, NGC6995, IC1340 - 03/08/2014




NGC 6960 – 27/07/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher BlackDiamond 200 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 40D (filtro LPF1+LPF2 rimosso / LPF1+LPF2 filter removed) [5.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico (refractor) SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): IRIS + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): correttore di coma Baader MPCC (coma corrector)

Filtri (Filter):  UHC-E

Risoluzione (Resolution): 3888 x 2592 (originale/original), 3821 x 2528 (finale/final)

Data (Date):27/07/2014

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): 12 x 480 sec at/a 400 ISO.

Calibrazione (Calibration): 4 x 480 sec dark, 32 bias, 30 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 1.0%

Campionamento (Pixel scale): 1.178809 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1000 mm

Note (note):

NGC 6960 - 27/07/2014




M27 (NGC 6853) – 17/07/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher BlackDiamond 200 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): CCD Atik 383L+ B/W [5.4 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico (refractor) SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): PixInsight + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): correttore di coma Baader MPCC (coma corrector)

Filtri (Filter): Astronomik CCD Hα 13nm, Astronomik CCD SII 13nm, Astronomik CCD OIII 12nm

Risoluzione (Resolution): 1681 x 1268 (originale/original), 1569 x 1186 (finale/final)

Data (Date): 17/07/2014

Luogo (Location): Briosco (MB), Italia (Italy)

Pose (Frames): 7 x 720 sec bin 2×2 Hα, 3 x 900 sec bin 2×2 SII, 5 x 900 sec bin 2×2 OIII,

Calibrazione (Calibration): 12 x 720 sec bin 2×2 dark Hα, 27 x 900 sec bin 2×2 dark SII, 27 x 900 sec bin 2×2 dark OIII, 141 bias, 30 flat Hα, 48 flat SII , 53 flat OIII.

Fase lunare media (Average Moon phase): 63.4%

Note (note): RGB (SIIHαOIII). Riportiamo inoltre il canale Hα ben riuscito grazie alla buona statistica.

M27 (NGC 6853) - 17/07/2014

M27 (NGC 6853) - 17/07/2014 , canale H-alfa.




DISTRO ASTRO 2.0 PALLAS

Rieccoci nuovamente qui a parlare di linux e astronomia, e questa volta parliamo in particolar modo di “Distroastro 2.0” nome in codice “Pallas” sviluppato da un gruppo di appassionati astrofili e programmatori del sud est asiatico.

Questa distro (versione del sistema operativo linux) è stata creata sia per astrofili neofiti che per un’utilizzo più professionale da parte di astrofili professionali o enti di ricerca, raggruppando molteplici strumenti per gli usi più svariati,  dal controllo diretto di varie motorizzazioni sia per telescopi che percupole, alla compatibilità con svariati modelli di CCD e webcam astronomiche per l’acquisizione di immagini in real-time (l’elenco completo dell’hardware compatibile è disponibile qui ).

Per quanto riguarda l’astrofotografia, sono integrati i migliori applicativi per l’elaborazione delle immagini e per la loro acquisizione fra cui possiamo citare wxAstroCapture, GCX Astro-Image Processor, Iris, Registax e Ekos, un tool che permette un controllo di autoguida, autofocus (motorizzato) e l’acquisizione di immagini gestendo lo switch di vari filtri ove sia presente una ruota portafiltri motorizzata e controllabile da pc.

Sono inoltre presenti svariati applicativi per la generazione di mappe stellari quali per esempio PP3 e alcuni planetari virtuali quali: Stellarium, Cartes du Ciel, Kstars e SkyGlobe.

Non da sottovalutare la presenza di software apposito per l’educazione e divulgazione dell’astronomia, da quelli per la previsione degli avvenimenti astronomici: XEphem, AstroCC Coordinate Converter, Astronomy Lab 2, Gpredict (per la previsione del passaggio di satelliti artificiali) , Meteoracle, Xtide, Virtual Moon Atlas; ai vari software di simulazione: Meteoracle, Gravity.

Per gli astrofiliprofessionisti, sono presenti svariati software per l’analisi dei dati astronimici fra cui possiamo citare: , XGTerm, XImtool, e Image DS9.

A livello grafico questa distro è stata progettata includendo di default la possibilità di passare dalla modalità standard a quella notturna in luce rossa. Questo al fine di non inficiare la qualità delle osservazioni astronomiche.

È presente a mio avviso, una piccola feature che riguarda lo sfondo; infatti esso varia di ora in ora mostrando alcune fra le più belle galassie o nebulose oppure è possibile fare in modo che cambi di giorno in giorno usando l’immagine del giorno presa direttamente da APOD.

Questa è solamente una piccola introduzione, provandola sul vostro pc anche in modalità live (basta scaricare il file Iso, masterizzarlo su supporto ottico, ed inserirlo nel pc; in questo modo il sistema partirà appunto live, senza aver bisogno di installarlo!!) potrete esplorare le sue mille e più funzioni !

[contributo di Matteo Manzoni]




NGC 6888 – 31/05/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher BlackDiamond 150 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 40D (filtro LPF2 rimosso / LPF2 filter removed) [5.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky Carbon Fiber 80mm f/7

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): IRIS + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): correttore di coma Baader MPCC (coma corrector)

Filtri (Filter):  non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 3888 x 2592 (originale/original), 3868 x 2555 (finale/final)

Data (Date): 31/05/2013

Luogo (Location): Saint-Barthélemy – AO, Italia (Italy)

Pose (Frames): 13 x 600 sec at/a 800 ISO.

Calibrazione (Calibration): 4 x 600 sec dark, 52 bias, 51 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 9.2%

Campionamento (Pixel scale): 1.2797 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 750 mm

Note (note):

NGC 6888 - 31/05/2014




M64 (NGC 4826) – 24/05/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Ritchey-Chrétien GSO 203 mm f/8

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) modificata Baader (Baader modded) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): IRIS + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 4770 x 3178 (finale/final)

Data (Date): 24/05/2014

Luogo (Location): Passo Albiga – LC, Italia (Italy)

Pose (Frames): 8 x 600 sec at/a 800 ISO.

Calibrazione (Calibration): 4 x 600 sec dark, 34 bias, 34 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 14.8%

Campionamento (Pixel scale): 1071.87/1958.17 = 0.5474  arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1771 mm

Note (note): Riportiamo l’immagine originale ed un crop per ridurre il coma residuo dell’RC / We report the original picture a crop version in order to exclude the RC residual coma.

M64 (NGC 4826) - 24/05/2014 | versione originale

M64 (NGC 4826) - 24/05/2014 | versione ritagliata




M57 (NGC 6720) – 24/05/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Ritchey-Chrétien GSO 203 mm f/8

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) modificata Baader (Baader modded) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): IRIS + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 4770 x 3178 (finale/final)

Data (Date): 24/05/2014

Luogo (Location): Passo Albiga – LC, Italia (Italy)

Pose (Frames): 8 x 600 sec at/a 800 ISO.

Calibrazione (Calibration): 4 x 600 sec dark, 34 bias, 34 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 14.8%

Campionamento (Pixel scale): 1071.87/1958.17 = 0.5474  arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1771 mm

Note (note): Riportiamo l’immagine originale ed un crop per ridurre il coma residuo dell’RC / We report the original picture a crop version in order to exclude the RC residual coma.

M57 (NGC 6720) - 24/05/2014 | Immagine originale

M57 (NGC 6720) - 24/05/2014 | versione ritagliata




SN2014bc – 24/05/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Ritchey-Chrétien GSO 203 mm f/8

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) modificata Baader (Baader modded) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): IRIS + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 4770 x 3178 (finale/final)

Data (Date): 24/05/2014

Luogo (Location): Passo Albiga – LC, Italia (Italy)

Pose (Frames): 2 x 600 sec at/a 800 ISO.

Calibrazione (Calibration): 4 x 600 sec dark, 34 bias, 34 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 14.8%

Campionamento (Pixel scale): 1071.87/1958.17 = 0.5474  arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1771 mm

Note (note): Riportiamo un dettaglio della supernova SN2014bc / a detailed picture of the supernova is also reported.

SN2014bc in M106 - nella foto la supernova non è visibile.

SN2014bc - 24/05/2014




M71 (NGC 6838) – 24/05/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Ritchey-Chrétien GSO 203 mm f/8

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) modificata Baader (Baader modded) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): IRIS + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 4770 x 3178 (finale/final)

Data (Date): 24/05/2014

Luogo (Location): Passo Albiga – LC, Italia (Italy)

Pose (Frames): 3 x 600 sec at/a 800 ISO.

Calibrazione (Calibration): 4 x 600 sec dark, 34 bias, 34 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 14.8%

Campionamento (Pixel scale): 1071.87/1958.17 = 0.5474  arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1771 mm

Note (note): Riportiamo l’immagine originale ed un crop per ridurre il coma residuo dell’RC / We report the original picture a crop version in order to exclude the RC residual coma.

M71 (NGC 6838) - 24/05/2014 | immagine originale

M71 (NGC 6838) - 24/05/2014 (versione ruotata e tagliata)




Elaborare gli Ammassi Globulari

Riprendere gli ammassi globulari può sembrare facile. Seppur di dimensioni angolari piuttosto ridotte (si consigliano almeno 1000 mm di focale) questi oggetti risultano infatti quasi sempre luminosi permettendo così l’utilizzo di bassi ISO. Anche dalla città, con l’ausilio di filtri anti-inquinamento luminoso e camere CCD è possibile ottenere ottimi risultati. Eppure, come sempre, la vita non è tutta rose e fiori. Specialmente il neofita otterrà immagini apparentemente belle finché non confrontate con quelle riprese dagli osservatori astronomici o da astrofotografi professionisti.

Il “trucco”, se così si può chiamare, esiste e consiste in piccoli accorgimenti da applicare sia durante la ripresa che durante la post produzione. Vediamo quindi come fare operativamente sul campo, prendendo come esempio l’ammasso globulare M3 ripreso al fuoco diretto di un telescopio RC8.

COME RIPRENDERE UN AMMASSO GLOBULARE

A differenza di molti altri oggetti celesti dove il tempo di esposizione va scelto in funzione del rapporto segnale/rumore presente al momento dello scatto, nel caso degli ammassi globulari è il livello di saturazione del vostro sensore a giocare un ruolo fondamentale. Infatti è inutile riprendere le stelle più deboli di un ammasso globulare se il suo nucleo risulterà bruciato. A patto di non utilizzare una doppia esposizione, vediamo come ottenere operativamente una corretta esposizione.

Iniziamo quindi con l’affrontare il problema ovvero evitare di bruciare il nucleo dell’ammasso. In particolare ricordiamo che le stelle del nucleo sono bruciate perché il numero di fotoni che hanno raggiunto i pixel di quella regione sono “troppi” ed hanno mandato in saturazione il sensore. La saturazione può essere così eccessiva che alcuni “fotoelettroni” possono passare ai pixel vicini con conseguente perdita di dettaglio. Pertanto, esponendo per le deboli stelle periferiche si otterrà un nucleo omogeneamente bianco dove le stelle non sono praticamente distinguibili.

Per fare ciò dobbiamo ridurre al minimo il numero di stelle saturate. Come fare ad individuarle dato che tutte le stelle in foto risultano praticamente bianche? Dato che l’occhio non si comporta più come un buon metro di misura, utilizziamo strumenti più efficaci e scientifici: l’istogramma o ancor meglio la funzione Threshold di IRIS. Aprite quindi l’immagine appena scattata con IRIS come mostrato in Figura 1, risulterà più o meno scura a seconda della posizione dei cursori presenti nel tool Threshold.

Figura1: l'immagine di M3 così come aperta in IRIS e regolata premendo sul tasto Auto del tool Threshold.

A questo punto zoomate sul nucleo e muovete il primo dei due cursori del tool Threshold verso destra finché le stelle al centro risulteranno distinte e non sature (vedi Figura 2). Spostatevi quindi sulle stelle più luminose e leggete i valori di RGB che appaiono in basso a destra di IRIS. Nel caso in esame avremo valori massimi intorno ai 15400 ADU inferiori seppur di poco ai 16384 ADU massimi dati dalla dinamica della nostra fotocamera (14 bit, Canon EOS 500D).

Figura 2: il nucleo di M3 risolto in stelle.

Nel caso in cui il livello di luminosità delle stelle più luminose sia proprio 16384, allora state sovraesponendo e quindi dovrete diminuire il tempo di esposizione o gli ISO. Se sul computer che utilizzate per l’acquisizione delle immagini notturne non avete IRIS, allora provate con un qualsiasi programma di elaborazione delle immagini tirando l’istogramma verso destra. Se alcune stelle risulteranno sovraesposte allora vuol dire che il tempo di esposizione o gli ISO che state utilizzando sono troppo elevati. Se avrete seguito questo semplice consiglio allora al termine della nottata avrete dei light frame (delle immagini) esposte correttamente e pronte per l’elaborazione. Immagini di ammassi globulari sovraesposti non sono più recuperabili in post produzione.

COME ELABORARE UN AMMASSO GLOBULARE

Oltre all’acquisizione delle immagini astronomiche, anche l’elaborazione gioca un ruolo importante al fine di ottenere un’ottima astrofoto. Per gli ammassi globulari procedete come al solito calibrando i light frame con bias, dark e flat ed infine mediate i light frame calibrati. Questo potrete farlo con IRIS o con qualsiasi altro programma dedicato. Fatto questo potete operare in due modi differenti:

DYNAMIC STRETCHING

Con IRIS potete ottenere una bella immagine del vostro ammasso globulare correttamente esposto andando sul menù view → Dynamic stretching. Si aprirà una finestra. Cliccate su auto nel tool Threshold e successivamente spostate i due cursori, uno dopo l’altro, del tool Dynamic stretching finché non avrete stelle periferiche e del nucleo correttamente esposti (vedi Figura 3).

Figura3: l'ammasso globulare M3 ben bilanciato grazie al dynamic stratching.

LE CURVE DI PHOTOSHOP CS

Elaboriamo in IRIS o in qualsiasi programma dedicato l’ammasso globulare in modo che il nucleo sia correttamente esposto (stelle non saturate). Infatti anche se l’immagine è stata ripresa correttamente, con le curve o il tool Threshold è possibile “bruciare” l’immagine in fase di elaborazione! Apriamo quindi l’immagine ottenuta con Photoshop CS. Premete quindi la combinazione di tasti CTRL+M e si aprirà il tool “curve”. A questo punto, di solito, aumentate la luminosità delle stelle più deboli spostando la curva in alto. In questo modo otterrete un’immagine dell’ammasso globulare con il nucleo completamente “bruciato”, come mostrato in Figura 4.

Figura4: Come solitamente si tirano le curve per oggetti deepsky.

Qui proponiamo invece di andare per piccoli passi come riportato in Figura 5 dove la curva viene alzata solo leggermente. Il processo può (deve) essere ripetuto per un numero elevato di volte a volte persino alcune decine. In questo modo si eviterà di bruciare la parte centrale dell’ammasso aumentando la luminosità delle stelle periferiche.

Figura5: i micropassi da seguire per evitare di bruciare il nucleo dell'ammasso globulare.

L’utilizzo delle curve dipende molto dall’immagine di partenza. Se il risultato non vi convince provate a modificare quest’ultima finché non otterrete il meglio dalla vostra foto.

In questo articolo abbiamo descritto i passi da percorrere per ottenere buone immagini di ammassi globulari. Per maggiori informazioni o ulteriori metodi di ripresa/elaborazione di tali ammassi contattateci all’indirizzo davide@astrotrezzi.it . Di seguito un’immagine che mostra la differenza tra una buona foto di M3 ed una sovraesposta (in ripresa o elaborazione).




M3 (NGC 5272) – 04/05/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Ritchey-Chrétien GSO 203 mm f/8

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) modificata Baader (Baader modded) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): IRIS + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 4362 x 2982 (finale/final)

Data (Date): 04/05/2014

Luogo (Location): Sormano – CO, Italia (Italy)

Pose (Frames): 9 x 600 sec at/a 400 ISO.

Calibrazione (Calibration): 3 x 600 sec dark, 40 bias, 35 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 29.4%

Campionamento (Pixel scale): 1071.87/1958.17 = 0.5474  arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1771 mm

Note (note):

M3 (NGC 5272) - 04/05/2014




Saturno – 04/05/2014

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Ritchey-Chrétien GSO 203 mm f/8

Camera di acquisizione (Imaging camera): Imaging Source DBK31.AU03 colori / color [4.65 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): Registax5/6 + PixInsight + Adobe Photoshop CS3

Accessori (Accessories): Lente di Barlow TeleVue Powermate 5x (TeleVue Powermate 5x Barlow lens)

Filtri (Filter): Astronomik IR-cut

Risoluzione (Resolution): 1024 x 768

Data (Date): 04/05/2014

Luogo (Location): Sormano – CO, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di 200 frames

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 29.4%

Campionamento (Pixel scale):

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 8611 mm

(clicca qui per scaricare l’immagine originale in formato TIFF – click here in order to download the TIFF file)

Saturno - 04/05/2014




filtri per camere a colori e OWB

I sensori a semiconduttore che costituiscono il cuore delle reflex digitali e dei CCD astronomici sono sensibili non solo alla parte “visibile” dello spettro elettromagnetico ma anche al vicino infrarosso ed ultravioletto (si legga ad esempio l’articolo Efficienza Quantica). Sebbene la radiazione UV venga quasi completamente riflessa (e quindi filtrata) dalle lenti che costituiscono i nostri obiettivi fotografici e telescopi, la radiazione infrarossa attraversa imperturbata il sistema ottico raggiungendo direttamente il sensore. Persino i filtri che costituiscono la matrice di Bayer (RGB) dei più comuni sensori a colore sono piuttosto trasparenti alla radiazione infrarossa.

Ma perché questa radiazione è così dannosa? Il problema è che il piano focale dell’infrarosso è diverso da quello della luce visibile generando così aloni intorno alle nostre immagini. Proprio per ridurre questa “fastidiosa” componente della radiazione nonché altri difetti quali l’effetto Moiré e l’aliasing, gran parte delle aziende produttrici di reflex digitali, tra le quali Canon e Nikon, hanno deciso di montare di fronte al sensore a semiconduttore una serie di filtri IR/UV cut (vedi articolo Filtri IR/UV-cut e luminanza).

In particolare Canon (così come Nikon) monta due filtri IR/UV cut denominati Low Pass Filter (LPF). Il filtro LPF#2, noto anche come hot mirror, è il primo che la luce incontra ed è quello che taglia gran parte della radiazione infrarossa. Il secondo LPF#1 si trova invece proprio di fronte al sensore e, oltre a filtrare la radiazione UV ed infrarossa rimanente, protegge quest’ultimo dalla polvere. Le curve di trasmissione dei filtri LPF per le fotocamere Canon EOS 40D e Nikon D700 sono mostrate in figura 1. Come si vede la risposta di questi filtri è molto simile per le due case produttrici di reflex digitali.

Figura 1: curva di trasmissione per i filtri LPF nel caso delle reflex digitali Canon EOS 40D e Nikon D700

Si può osservare da figura 1 come questi filtri, ed in particolare LPF#2 tagli in maniera sostanziale la radiazione a 656.3 nm (linea Hα), di fondamentale importanza in astrofotografia dato che proprio in quella lunghezza d’onda emettono gran parte delle nebulose.

Proprio per questo motivo, gran parte degli astrofotografi modificano la propria fotocamera digitale rimuovendo o sostituendo il filtro LPF#2 con uno in grado di far passare le lunghezze d’onda intorno ai 656.3 nm e allo stesso tempo bloccare la radiazione infrarossa. Nel primo caso di parla di rimozione del filtro mentre nel secondo caso modifica Baader dal nome di una delle maggiori aziende produttrice di filtri per l’astronomia.

In ogni caso la rimozione completa del filtro LPF#2 non porta ad un forte degradamento dell’immagine dato che il filtro LPF#1 taglia comunque gran parte della radiazione infrarossa.

Se si vuole invece avere il sensore “nudo” ridonandogli la capacità di vedere sia nel vicino UV che infrarosso, allora è necessario rimuovere anche il filtro LPF#1. Questo tipo di modifica si chiama modifica Full Spectrum. Anche in questo caso il filtro LPF#1 può essere rimosso o sostituito con un filtro trasparente al fine di proteggere il sensore dalla polvere.

Figura 2 mostra come la rimozione del filtro LPF#2 o la sostituzione con un filtro Baader siano praticamente equivalenti se il filtro LPF#1 viene mantenuto in sede. La soluzione ideale in termini astrofotografici si ottiene rimovendo il filtro LPF#1 e sostituendo il LPF#2 con un filtro Baader o alternativamente uno di luminanza (vedi articolo Filtri IR/UV-cut e luminanza). Ovviamente in questo caso perderemmo completamente la funzione di auto-focus e pulizia del sensore.

Figura 2: risposta spettrale per vari filtri. In particolare LPF1 corrisponde alla rimozione completa del filtro LPF#2. Si riportano come esempio i filtri IR/UV cut quali il filtro Baader e la luminanza L prodotta dalla ditta Astronomik. In nero è indicato anche la risposta spettrale (indicativa) di un sensore Canon generico privato dei filtri LPF#1 e LPF#2. In verde infine è indicata la linea Hα.

Modificando la risposta spettrale di una reflex digitale, si va ovviamente anche a modificare il bilanciamento del bianco. Nel caso in cui la vostra fotocamera sia stata modificata Baader o avete rimosso il filtro LPF#2, esiste la possibilità di montare il filtro OWB (original white balance) in grado di rigenerare la risposta spettrale originale con annesso bilanciamento del bianco.

Purtroppo in molti casi la modifica delle reflex digitali comporta la perdita dell’auto-focus. Informatevi bene quindi prima di modificare la vostra fotocamera.

Prima di concludere vogliamo far notare come una reflex modificata Baader o con rimozione del filtro (LPF#2) non richiede l’utilizzo di filtri IR/UV cut o luminanza aggiuntivi. Nel primo caso addirittura tali filtri porterebbero ad una riduzione della capacità della fotocamera di raccogliere la luce nel rosso / vicino infrarosso. L’utilizzo di filtri IR/UV cut è invece fondamentale quando si utilizzano webcam astronomiche per riprese planetarie (controllate che non siano già montati dalla ditta madre). Riportiamo a titolo d’esempio la risposta spettrale della camera a colori Imaging Source DBK 21AU618.AS (figura 3). Come si vede i filtri RGB che vanno a costituire la matrice di Bayer del sensore lasciano passare parte della radiazione infrarossa. Questa, come detto in precedenza, va ad inficiare la qualità ottica delle nostre immagini.

Figura 3: risposta spettrale dei vari elementi fotosensibili (RGB) per la camera Imaging Source DBK 21AU618.AS

Misure spettroscopiche relative a reflex Canon EOS originali, modificate Baader, rimozione filtro LPF#2 e Full Spectrum saranno realizzate prossimamente da ASTROtrezzi con reticolo di diffrazione. Chi fosse interessato a partecipare alla campagna di misura/analisi può scrivere a ricerca@astrotrezzi.it . Si ringrazia Marco Gargano per il supporto tecnico (Figura 1 – curve relative alla fotocamera digitale Nikon D700; tutti i diritti sono riservati – vietata la pubblicazione/distribuzione).