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46P/Wirtanen – 04/12/2018

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky Carbon Fiber 80mm f/7

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) con filtro Baader (with Baader Filter) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico (refractor) SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): riduttore/spianatore 0.8x a quattro elementi (four elements 0.8x reducer/field flattener)

Software (Software): PixInsight 1.8 + Adobe Photoshop CC 2019 + Topaz Denoise 6

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  2” IDAS LPS-D1

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 1994 x 1328 (finale/final)

Data (Date): 04/12/2018

Luogo (Location): Varenna – LC, Italia (Italy)

Pose (Frames): 40 x 120sec at/a 1600 ISO.

Calibrazione (Calibration): 123 dark, 74 bias, 62 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 6.3%

Campionamento (Pixel scale): 2.1758 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 448 mm

Note (note):

46P/Wirtanen - 04/12/2018




Cometa 46P/Wirtanen

Finalmente, dopo tre anni di attesa, una cometa particolarmente luminosa attraverserà i cieli invernali. Il suo nome è Wirtanen e venne scoperta nel 1948 dall’astronomo statunitense Carl Wirtanen. A differenza delle ultime comete luminose (PANSTARRS e Lovejoy), la Wirtanen è una cometa periodica ovvero ruota intorno al sole seguendo un’orbita ellittica che la porta ad oscillare tra una distanza minima dal Sole di 1 UA e una massima di 5 UA (dove 1 UA è la distanza media della Terra dal Sole). Il fatto che durante il suo moto orbitale la cometa non sfiora mai la nostra stella, la rende particolarmente poco attiva (e luminosa) e questo spiega il motivo del perché i suoi precedenti passaggi nei pressi del sole (uno ogni 5.4 anni) sono passati inosservati. Il 2018 però è un anno speciale per la Wirtanen. Infatti, seppur poco attiva, la cometa “sfiorerà” il nostro pianeta passando a soli 11 milioni e mezzo di chilometri di distanza. Questo non dovrà farci preoccupare (è sempre 30 volte più lontana della Luna) anzi, sarà la vicinanza della cometa alla Terra a farla apparire luminosa in cielo. Purtroppo, avvicinandosi così poco al Sole, la Wirtanen non svilupperà una coda imponente e si presenterà invece come un batuffolo luminoso (la chioma). La sua luminosità prevista la renderà visibile ad occhio nudo e, il 16 Dicembre 2018, si presenterà al mondo come la cometa più luminosa degli ultimi 20 anni. La Wirtanen doveva essere l’obiettivo della missione Rosetta dell’ESA che però, seguito ritardi, fu costretta a modificare soggetto optando per la Churyumov-Gerasimenko.

La cometa 46P/Wirtanen varcherà i cieli dell’emisfero settentrionale a partire dal mese di novembre. Inizialmente sarà bassa sull’orizzonte sud ma, data la sua vicinanza, si dirigerà velocemente verso nord aumentando giorno dopo giorno la sua luminosità. Il massimo verrà raggiunto il giorno 16 Dicembre 2018 dove la magnitudine si aggirerà intorno alla +3 (visibile ad occhio nudo). ASTROtrezzi cercherà di seguire la cometa a partire dalla fine di Novembre. Seguite questa pagina per avere informazioni sulla cometa e avere gli ultimi aggiornamenti (indicati come UPDATE).

UPDATE (30/11/2018): riportiamo il grafico della magnitudine misurata in funzione del tempo per la cometa 46P/Wirtanen, come riportato nel COBS database.

Luminosità della cometa 46P/Wirtanen. Dati COBS database.

UPDATE (04/12/2018): riportiamo la curva di luminosità della cometa Wirtanen aggiornata con gli ultimi dati del database COBS. La cometa è stata ripresa con una reflex digitale il 04/12/2018 da Varenna – LC (vedi galleria immagini). Seppur bassa sull’orizzonte sud dove l’inquinamento luminoso è più consistente, la Wirtanen si mostrava discretamente luminosa, tanto da permetterne l’inseguimento automatico (15 secondi di posa su camera di guida Magzero MZ-5m + rifrattore 10 cm f/5). Purtroppo la cometa non presenta una coda, se non una minima appena percepibile nell’immagine integrata. Il moto della cometa permette pose da circa un minuto non inseguite con 448 mm di focale.

Luminosità della cometa 46P/Wirtanen. Dati COBS database.

UPDATE (08/12/2018): purtroppo il meteo inclemente non ha permesso ulteriore riprese dalla cometa 46P/Wirtanen. Di seguito riportiamo la curva di luminosità della cometa aggiornata agli ultimi dati del database COBS. Utilizzando i dati di luminosità dal 10/09/2018 ad oggi ci siamo permessi di effettuare un fit lineare al fine di ricavare la nostra previsione per la variazione di luminosità della cometa. Secondo i nostri calcoli (R2 = 0.93), la massima luminosità che raggiungerà la cometa sarà pari a magnitudine +4.0. Secondo le nostre stime quindi, la 46P/Wirtanen non sarà la cometa più luminosa dell’emisfero settentrionale degli ultimi 20 anni, superata dalle comete Holmes, dalla PANSTARRS e Lovejoy.

Luminosità della cometa 46P/Wirtanen. Dati COBS database. La linea tratteggiata rappresenta il fit lineare applicato ai dati sperimentali.

UPDATE (24/12/2018): la cometa di Natale 2018 ha ormai oltrepassato il suo punto di minima distanza dal Sole e dal nostro pianeta e pertanto prosegue inesorabile il suo cammino che la porterà via via ad allontanarsi da noi diminuendo la sua luminosità. Come previsto, la cometa non ha purtroppo mostrato una coda degna di nota mentre la sua luminosità ha raggiunto un valore prossimo a magnitudine +4.0 come stimato anche da noi nell’aggiornamento precedente. Grazie alle condizioni meteo favorevoli siamo riusciti a riprendere la cometa i giorni 12, 15 e 18 dicembre. E’ possibile visionare le immagini nella galleria a fondo articolo o dalla pagina principale del sito (oltre che nella sezione Astrofotografia-Comete). Di seguito riportiamo le effemeridi aggiornate della cometa per il periodo 24/12 – 17/01 oltre al grafico di luminosità con i dati del COBS database aggiornati.

Luminosità della cometa 46P/Wirtanen. Dati COBS database. La linea tratteggiata rappresenta il fit lineare applicato ai dati sperimentali.


Secondo gli ultimi dati la cometa è già visibile (oggi, 30/11/2018) al binocolo. A partire dal 03 Dicembre 2018 la cometa diventerà visibile ad occhio nudo ma solo da cieli estremamente bui (quindi non in Italia). I giorni prossimi al 16 Dicembre 2018 infine, la Wirtanen sarà facilmente visibile da cieli sub-urbani. Per individuarla guardate verso sud intorno alla mezzanotte (più o meno nella direzione dove si trova il Sole intorno a mezzogiorno) e fatevi aiutare dalla cartina riportata in questo articolo. La costellazione da cui partire è Orione, facilmente distinguibile dalle tre stelle più luminose che la compongono. A partire da quella cercate di individuare le altre costellazioni. Ovviamente il lavoro di ricerca sarà tanto più arduo quanto il cielo sarà inquinato. Per chi osserva da cieli urbani o sub-urbani consiglio l’utilizzo di un binocolo. Per chi fosse in difficoltà ricordo che ci sono astrofili pronti a darvi una mano sparsi su tutto il territorio italiano. Per quel che riguarda la Brianza e il Lario suggerisco il Gruppo Amici del Cielo e l’Osservatorio Astronomico di Sormano.

Posizione della cometa 46P/Wirtanen - mappa realizzata con Skychart

Le effemeridi della cometa (in-the-sky.org) calcolate per Milano ma generalizzabili praticamente a tutta Italia, sono riportate qui sotto.

Effemeridi della cometa46P/Wirtanen per la località di Milano

Effemeridi della cometa46P/Wirtanen per la località di Milano

Di seguito una breve guida su come fotografare la cometa 46P/Wirtanen e come seguirla con il software Stellarium, il più completo (e gratuito) planetario virtuale multi-piattaforma oggi disponibile. Per individuare la cometa utilizzando il software Stellarium per mobile è necessario scaricare l’ultima versione del software e mantenerlo costantemente aggiornato. Non perdetevi quindi gli aggiornamenti!

SEGUIRE LA COMETA CON STELLARIUM [contributo di Matteo Manzoni]

Con l’avvicinarsi in questi giorni della cometa 46P/Wirtanen, vediamo come aggiungerla in Stellarium per poterla agevolmente localizzare nel cielo invernale. Per prima cosa dobbiamo avviare Stellarium andando poi in “Finestra di configurazione” o premendo il tasto F2. Selezioniamo quindi il tab “plugins”. Nell’elenco che appare selezionare il plugin “editor sistema solare”. Abilitiamo selezionando la voce “carica all’avvio” e poi premendo il tasto configura.

Nella schermata che viene mostrata dovete selezionare il tab “sistema solare” e poi cliccare sul pulsante “Importa elementi orbitali nel formato MPC…”

Verrà ora mostrata la schermata “importa dati” e selezionando il tab “Ricerca online” si dovrà inserire nella barra di ricerca la denominazione “46P/Wirtanen″ e poi premere la lente d’ingrandimento per avviare la ricerca.

Selezionare come da immagine il nuovo oggetto mostrato e poi premere su “aggiungi oggetti”.

Ora basterà chiudere tutte le schermate aperte e premendo il tasto F3 si aprirà la schermata di ricerca in cui basterà inserire il nome della cometa “46P/Wirtanen″ e ci verrà mostrata la posizione esatta della cometa.

FOTOGRAFARE LA COMETA WIRTANEN

Le comete sono tra gli oggetti più affascinanti del cielo. Eppure, possono diventare tra i soggetti più ostici da riprendere sia per principianti che per astrofotografi esperti. Oltre a partecipare al moto apparente di rotazione con le altre stelle fisse, le comete posseggono infatti anche un loro moto proprio rispetto a queste ultime. Ecco quindi che una montatura astronomica motorizzata non è più, da sola, in grado di inseguire le comete. Quindi che fare?

  • RIPRESA DELLA COMETA 46P/WIRTANEN CON CAVALLETTO FOTOGRAFICO: utilizziamo l’applicazione VIRGO sviluppata da ASTROtrezzi sia per smartphone che per PC al fine di calcolare il massimo tempo di esposizione possibile per la latitudine a cui si trova la cometa. Potete usare la mappa presente in questo articolo al fine di scegliere la giusta costellazione a seconda del periodo in cui deciderete di osservare la cometa. Consigliamo di aprire il diaframma dell’obiettivo il più possibile mentre per gli ISO è consigliabile utilizzare valori medi compresi tra 800 – 1600. Purtroppo, la Wirtanen non svilupperà una vistosa cometa e pertanto si consiglia di riprenderla, possibilmente ambientata, con focali comunque superiori ai 70 mm.
  • RIPRESA DELLA COMETA 46P/WIRTANEN CON UNA MONTATURA ASTRONOMICA: purtroppo il problema del moto proprio delle comete rispetto alle stelle fisse, illustrato nel paragrafo precedente, non si può risolvere banalmente con una montatura astronomica seppur motorizzata. Infatti, questa è in grado di seguire il movimento delle stelle e non delle comete. Come fare allora? Esiste solo una possibilità: inseguire la cometa invece delle stelle! Questo può essere fatto solo attraverso una guida (manuale o autoguida), inseguendo il nucleo della cometa invece della tipica stella di guida. Ovviamente, quando andremo a sommare le nostre immagini, dovremmo allinearle rispetto al nucleo della Wirtanen generando inevitabilmente il mosso nelle stelle. Il risultato finale sarà quindi una cometa perfettamente a fuoco e ben esposta con uno star-trail di fondo. Alcuni software come DeepSkyStacker permettono di ottenere sia stelle che cometa puntiformi attraverso sistemi più o meno complessi di combinazione delle immagini. Prossimamente sarà presente su ASTROtrezzi.it e linkato in questa pagina un articolo su come elaborare le comete utilizzando PixInsight.

Appena disponibili, di seguito verranno riportate le immagini e le misure astronomiche della cometa 46P/Wirtanen effettuate da ASTROtrezzi.

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21P/Giacobini-Zinner – 08/09/2018

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher BlackDiamond 200 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 500D (Rebel T1i) con filtro Baader (with Baader Filter) [4.7 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico (refractor) SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): PixInsight 1.8 + Adobe Photoshop CC2018 + Topaz DeNoise 6

Accessori (Accessories): correttore di coma Baader MPCC Mark III (coma corrector)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 4752 x 3168 (originale/original), 4539 x 3024 (finale/final)

Data (Date): 08/09/2018

Luogo (Location): Sormano – CO, Italia (Italy)

Pose (Frames): 20 x 150 sec at/a 1600 ISO.

Calibrazione (Calibration): 6 dark, 31 bias, 58 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 1.4%

Campionamento (Pixel scale): 0.969414 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1000 mm

Note (note):

21P/Giacobini-Zinner - 08/09/2018




crateri Albategnius ed Ipparco – 22/04/2018

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Maksutov Skywatcher Black Diamond 127 mm f/11.8

Camera di acquisizione (Imaging camera): ToupTek G3M178C [2.40 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): AutoStakkert 3.0.14 + Registax 6.1 + Photoshop CC 2018

Accessori (Accessories): lente di Barlow Televue 3x (Televue 3x Barlow lens)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 3096×2080 (originale/original) , 3056×2079(finale/final)

Data (Date): 22/04/2018

Luogo (Location): Varenna– LC, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di circa 500 frame

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 49.5%

crateri Albategnius ed Ipparco - 22/04/2018




Monti Tauri – 24/12/2017

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Maksutov Skywatcher Black Diamond 127 mm f/11.8

Camera di acquisizione (Imaging camera): QHY 5L-II-C [3.75 μm]

Montatura (Mount): iOptron CEM60

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): AutoStakkert 3.0.14 + Registax 6.1 + Photoshop CC 2018

Accessori (Accessories): lente di Barlow TS 2.5x APO (TS 2.5x APO Barlow lens)

Filtri (Filter): Astronomik IR-cut

Risoluzione (Resolution): 1280×960 (originale/original) , 1168×925(finale/final)

Data (Date): 26/12/2017

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di circa 500 frame

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 33.2%

Monti Tauri - 24/12/2017




Giove – 09/04/2017

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 250 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): QHY 5L-II-C [3.75 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): Registax 5 + Adobe Photoshop CC 2017

Accessori (Accessories): TeleVue Powermate 5x (TeleVue Powermate 5x Barlow lens)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): varie (different resolutions used)

Data (Date): 09/04/2017

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di circa 1000 frames

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 98.1%

Note: riprese del disco di Giove ripreso ad orari differenti della stessa nottata

Giove - 09/04/2017

Giove - 09/04/2017

Giove - 09/04/2017

Giove - 09/04/2017




Mare Crisium – 15/11/2016

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 250 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): QHY 5L-II-C [3.75 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): Registax 5 + Adobe Photoshop CC 2015.5

Accessori (Accessories): lente di Barlow TS 2.5x APO (TS 2.5x APO Barlow lens) e/and TeleVue Powermate 5x (TeleVue Powermate 5x Barlow lens)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): varie (different resolutions used)

Data (Date): 15/11/2016

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di circa 1500 frames

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 97.1%

Mare delle Crisi - 15/11/2016

Mare delle Crisi - 15/11/2016

Mare delle Crisi - 15/11/2016

Mare delle Crisi - 15/11/2016 , zoom

Mare delle Crisi - 15/11/2016 , zoom

Mare delle Crisi - 15/11/2016 , zoom




Marte – 17/05/2016

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 250 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): QHY 5L-II-C [3.75 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): Registax 5 + Adobe Photoshop CC 2015

Accessori (Accessories): Lente di Barlow TeleVue Powermate 5x (TeleVue Powermate 5x Barlow lens)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 640 x 480 (originale/original), 545 x 436 (finale/final)

Data (Date): 17/05/2016

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di 1000 frames

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 86.1%

Marte - 17/05/2016




Saturno – 17/05/2016

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 250 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): QHY 5L-II-C [3.75 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): Registax 5 + Adobe Photoshop CC 2015

Accessori (Accessories): Lente di Barlow TeleVue Powermate 5x (TeleVue Powermate 5x Barlow lens)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 640 x 480 (originale/original), 824 x 659 (finale/final)

Data (Date): 17/05/2016

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di 1000 frames

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 86.1%

Saturno - 17/05/2016




Giove – 17/05/2016

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 250 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): QHY 5L-II-C [3.75 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): Registax 5 + Adobe Photoshop CC 2015

Accessori (Accessories): Lente di Barlow TeleVue Powermate 5x (TeleVue Powermate 5x Barlow lens)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 640 x 480 (originale/original), 800 x 600 (finale/final)

Data (Date): 17/05/2016

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di 1000 frames

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 86.1%

Giove - 17/05/2016




Giove – 23/03/2016

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 250 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): QHY 5L-II-C [3.75 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): Registax 5 + Adobe Photoshop CC 2015

Accessori (Accessories): Lente di Barlow TeleVue Powermate 5x (TeleVue Powermate 5x Barlow lens)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 800 x 600 (originale/original), 784 x 589 (finale/final)

Data (Date): 23/03/2016

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di 874 frames

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 99.8%

Giove - 23/03/2016

Riportiamo anche la versione a 2.5x (Barlow Tecnosky APO) in cui sono visibili i satelliti galileiani.

Giove e i satelliti galileiani - 23/03/2016




C/2014 S2 (PANSTARRS) – 18/03/2016

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 250 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): CCD Atik 383L+ B/W [5.4 μm] @ -10.0°C

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presenti (not present)

Software (Software): PixInsight 1.8 + Adobe Photoshop CC 2015

Accessori (Accessories): correttore di coma Baader MPCC MkIII (coma corrector)

Filtri (Filter): 2” IDAS d1

Risoluzione (Resolution): 1121 x 835 (originale/original), 1120 x 845 (finale/final)

Data (Date): 18/03/2016

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): 13 x 60 sec bin 3×3 L, 4 x 30 sec bin 4×4 RGB

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 81.3%

Campionamento (Pixel scale):  2.789262 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1200 mm

Note (note): composizione LRGB / LRGB composition

cometa C/2014 S2 (PANSTARRS)





(136108) Haumea – 18/03/2016

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 250 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): CCD Atik 383L+ B/W [5.4 μm] @ -10.0°C

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presenti (not present)

Software (Software): PixInsight 1.8 + Adobe Photoshop CC 2015

Accessori (Accessories): correttore di coma Baader MPCC MkIII (coma corrector)

Filtri (Filter): 2” IDAS d1

Risoluzione (Resolution): 1681 x 1252 (originale/original), 1681 x 1268 (finale/final)

Data (Date): 18/03/2016

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): 15 x 120 sec bin 2×2

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 81.3%

Campionamento (Pixel scale):  0.929754 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 1200 mm

Note (note): riduzione effettuata con xparallax

(136108) Haumea, scatto originale - 18/03/2016

 

(136108) Haumea, particolare - 18/03/2016




Il Pianeta Giove

Avere delle informazioni dettagliate ed aggiornate sui pianeti del Sistema Solare è, nell’epoca di internet, piuttosto semplice. Basta andare su un motore di ricerca e digitare il nome di un pianeta per trovare decine di migliaia di articoli dettagliati in lingua italiana e/o inglese. ASTROtrezzi vuole però offrirvi qualcosa di diverso, ovvero accompagnarvi nella scoperta del Sistema Solare attraverso l’osservazione e la ripresa astrofotografica del cielo. Pertanto il nostro punto di partenza non saranno numeri ma immagini, osservate attraverso gli oculari o i monitor LCD delle nostre fotocamere e PC. In particolare, partiremo in questo articolo con il pianeta più grande del Sistema Solare: Giove.

A differenza delle stelle che mantengono pressoché invariata la loro posizione relativa in cielo durante l’anno, i pianeti si muovono tra le stelle. Il termine pianeta deriva infatti dal greco antico, dove stava a significare “stella vagabonda”, riflettendo la peculiarità di questi oggetti apparentemente identici a stelle, di vagare tra le “altre” stelle fisse. Quindi, seppur noti fin dall’antichità, i pianeti erano considerate originariamente stelle “particolari” e non mondi simili alla Terra così come li conosciamo oggi. Per motivi prospettici, tutti i pianeti si muovono lungo una regione ben precisa del cielo, attraversando quelle che prendono il nome di costellazioni dello zodiaco. Ecco quindi che lo zodiaco e i pianeti, in quanto “oggetti” peculiari, ricoprirono subito significati in ambiti religiosi e legati alla superstizione (profezie ed oroscopi).

Figura 1: congiunzione Giove - Venere del 30 giugno 2015. Visto da Terra, Giove è (mediamente) il pianeta più luminoso dopo Venere.

Ancora oggi possiamo osservare ad occhio nudo sei dei sette pianeti del Sistema Solare (Terra esclusa) anche se, a dire il vero, Urano è ormai invisibile da gran parte dei cieli della nostra penisola a causa dell’eccessivo inquinamento luminoso. Di tutti i pianeti, Giove è il più luminoso dopo Venere. La differenza di luminosità tra i vari pianeti è ben visibile durante quei fenomeni astronomici noti come congiunzioni planetarie ovvero quando due o più pianeti si trovano prospetticamente vicini in cielo (Figura 1, congiunzione Giove-Venere del 30 giugno 2015).

Una volta individuato ad occhio nudo il pianeta Giove con l’aiuto di una mappa celeste, di uno smartphone o di un esperto come nelle notti dedicate all’osservazione del cielo a Lo Smeraldino, possiamo iniziare a puntarci contro un binocolo o obiettivo con focale intorno ai 300 mm. Quello che vedrete sarà un piccolo dischetto luminoso circondato da un certo numero di stelline allineate (Figura 2). Il primo è il disco del pianeta che a quegli ingrandimenti non mostrerà particolari evidenti. Le stelline molto probabilmente sono le quattro principali lune del pianeta note come satelliti galileiani: Io, Europa, Ganimede e Callisto. A volte potrete vederne più di quattro ed in tal caso vorrà dire che nel campo ci saranno anche delle stelle di fondo. Nel caso in cui invece le stelline fossero meno di quattro allora significa che alcune lune stanno transitando o di fronte o dietro il disco di Giove. Una volta individuati i satelliti galileiani è possibile determinarne il periodo di rivoluzione intorno a Giove come dimostrato nell’articolo “Studio dei satelliti di Giove con un telescopio amatoriale“.

Figura 2: Giove come visibile attraverso un binocolo o un teleobiettivo.

 Vediamo quindi come già con una piccola strumentazione sia possibile effettuare delle interessanti osservazioni, riprese e persino misure astronomiche amatoriali. Oltre ai quattro satelliti principali, esistono anche satelliti minori come Amalthea, la cui osservazione e ripresa risulta però complessa e sarà a breve oggetto di studio presso Lo Smeraldino.

Un’ultima informazione che possiamo ottenere dall’osservazione ad occhio nudo di Giove è il suo periodo di rivoluzione intorno al Sole. Questo può essere determinato misurando dopo quanto tempo il pianeta ci appare in uno stesso punto del cielo. Per il gigante gassoso questo tempo è pari a circa 12 anni. Utilizzando la legge di Keplero che lega la distanza del pianeta dal Sole al suo periodo di rivoluzione T2 : d3 = costante, otteniamo la proporzione:

TTerra2 : dTerra3 = TGiove2 : dGiove3

ovvero misurando la distanza dal Sole in Unità Astronomiche (1 UA è pari alla distanza Terra – Sole) ed il periodo di rivoluzione intorno al Sole in anni abbiamo:

12 : 13 = 122 : dGiove3

da cui dGiove = 5.24 UA. Basandosi unicamente sulle osservazioni ad occhio nudo, siamo così giunti alla conclusione che Giove si trova ad una distanza dal Sole circa 5 volte maggiore rispetto a quella della Terra. Sapendo che la distanza Terra – Sole è pari a 150 milioni di chilometri, scopriamo che Giove dista circa 800 milioni di chilometri dal Sole.

Proseguiamo ora il nostro viaggio aumentando gli ingrandimenti. Per fare ciò bisogna abbandonare gli strumenti più comuni (binocoli e teleobiettivi) per passare ai ben più potenti mezzi forniteci dall’ottica: i telescopi. Già con un piccolo telescopio è possibile osservare alcuni dettagli del disco planetario: le bande atmosferiche (Figura 3).

Figura 3: Le due bande equatoriali di Giove

Giove è infatti coperto da una spessa atmosfera che ci impedisce totalmente la visione della sua superficie rocciosa. Tale atmosfera è molto complessa e tuttora non ancora compresa a fondo dagli esperti del settore. Quello che sappiamo è che sulla superficie del pianeta si dispongono, parallelamente all’equatore, delle regioni chiare (zone) e scure (bande) alternate. In particolare due regioni scure sono più intense e prendono il nome di bande equatoriali. Oggi sappiamo che le bande, sono strati atmosferici meno densi e con una temperatura più elevata rispetto alle zone. In tali regione il gas fluisce verso il centro del pianeta mentre nelle zone il flusso è contrario. Le zone appaiono più chiare probabilmente a causa della presenza di cristalli di ghiaccio di ammoniaca. Le bande sono confinate da particolari venti detti correnti a getto che possono superare i 400 chilometri orari.

Le bande sono strutture pressoché stabili. Talvolta però è possibile osservare dei fenomeni sporadici, noti come disturbi che ne frammentano il decorso, facendo “scomparire” la banda equatoriale sud. Tali disturbi si manifestano ad intervalli irregolari di 3-15 anni e sono associati alla momentanea (settimane o mesi) sovrapposizione di più strati nuvolosi a quote diverse. ASTROtrezzi ha ripreso un evento di disturbo nel 2010 (Figura 4).

Figura 4: un disturbo ripreso il 02 luglio 2010.

Le scoperte che possiamo fare con un piccolo telescopio però non sono finite! Infatti possiamo stimare le dimensioni del pianeta. Per fare ciò basta misurare il diametro del pianeta così come ripreso con la nostra fotocamere o webcam planetaria. Noto il fattore di scala arcsec/pixel (vedi articolo Misurare il cielo) scopriremo che il diametro apparente massimo del pianeta è all’incirca pari a 50 secondi d’arco.

Sfruttando le leggi della trigonometria nell’approssimazione di angoli piccoli abbiamo che il raggio del pianeta è pari alla distanza Terra – Giove moltiplicata per il raggio apparente di Giove espresso in radianti. Per quel che abbiamo detto prima Giove dista dal Sole 5 UA circa e quindi dalla Terra al minimo 4 UA. Inoltre il raggio apparente del pianeta, pari a 25 secondi d’arco corrispondono a 0.00694 gradi ovvero 0.00012113 radianti (potete utilizzare il tasto di conversione deg-rad presente sulle calcolatrici scientifiche). Moltiplicando i due numeri otteniamo un raggio del pianeta pari a 0.000484 UA che in chilometri corrisponde a circa 70 mila. Ricordando che il nostro pianeta ha un raggio pari a circa 6000 km, questo vuol dire che possiamo disporre quasi 12 Terre lungo il diametro equatoriale di Giove.

Infine, talvolta è possibile osservare il proiettarsi dell’ombra dei satelliti galileiani sul disco di Giove. Questo fenomeno rappresenta sotto tutti gli effetti un’eclissi totale di Sole vista dallo spazio.

Figura 5: eclissi di "luna" su Giove vista da Terra.

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta del Gigante Gassoso andando ad ingrandire ancora di più il disco del pianeta. Questo può essere fatto visualmente utilizzando oculari con focale sempre minore e fotograficamente aggiungendo alla nostra camera lenti moltiplicative note come lenti di Barlow. A questo punto il gioco diventa tanto interessante quanto duro. Infatti il massimo numero di ingrandimenti che potremo utilizzare sarà determinato principalmente dalla turbolenza atmosferica o seeing (per maggiori informazioni si legga l’articolo “La scala Antoniadi”). Pertanto, al fine di sfruttare al meglio il vostro strumento consigliamo di restare in pianura durante le notti con calma atmosferica, generalmente caratterizzata da foschia. Il massimo lo otterrete in un sottoinsieme di queste notti dove la calma atmosferica sarà presente anche sui monti, dove la trasparenza è maggiore e l’inquinamento luminoso ridotto. Anche se talvolta il seeing potrebbe non essere indecente, sconsigliamo comunque l’osservazione planetaria in notti ventose o da balconi e finestre. Una buona indicazione la otterrete osservando lo scintillio delle stelle ad occhio nudo. Se “luccicano” dedicatevi ad altro, mentre se sono “fisse” è il momento di spingere al massimo i vostri strumenti.

In una serata di seeing buono è possibile così scorgere i dettagli delle bande e delle zone ed in particolare i vortici. Queste sono strutture atmosferiche ruotanti in senso concorde o discorde a quello di rotazione del pianeta (si parla come sulla Terra di cicloni ed anticicloni). A differenza della Terra però su Giove gli anticicloni sono dominanti numericamente. I vortici non sono fenomeni perenni ma hanno una vita che varia da diversi giorni a centinaia di anni.  Gli anticicloni sono di colore chiaro e si dispongono longitudinalmente al disco planetario e tendono a fondersi quando vengono a contatto. I cicloni sono invece di dimensioni inferiore e colore bruno. Esistono comunque due particolari tipi di anticicloni peculiari: la grande macchia rossa e l’ovale BA. Questi due sono di colore rosso a seguito del materiale portato in alta atmosfera dalle profondità del pianeta. La prima ha dimensioni paragonabili a quelle di circa due/tre Terre (provate a misurarle con il vostro telescopio utilizzando la tecnica prima descritta per determinare il diametro di Giove), colore variabile dal bianco al rosa pastello al rosso mattone e venne osservata per la prima volta nel 1665 dall’astronomo Giovanni Cassini (Figura 6). L’ovale BA detta anche piccola macchia rossa si è formato nel 2000 ed ha iniziato a tingersi di rosso nel 2005. Le sue dimensioni stanno via via crescendo ed ormai hanno raggiunto la metà di quelle della grande macchia rossa.

La Grande Macchia Rossa ripresa allo Smeraldino il 18/03/2016.

Infine, ingrandendo sufficientemente il disco del pianeta è possibile determinare utilizzando ad esempio la posizione della macchia rossa, il periodo di rotazione di Giove. Questo risulterà essere pari all’incirca a 9 ore e 55 minuti. Con una velocità di rotazione così elevata, il pianeta mostrerà un evidente schiacciamento ai poli, misurabile amatorialmente come dimostrato nell’articolo Misura dell’ellitticità di Giove.

Questo è quanto è possibile osservare/misurare di Giove e su Giove in condizioni standard (medi/piccoli telescopi e seeing accettabile). In condizioni eccezionali è inoltre possibile riprendere alcuni particolari dei satelliti galileiani.

Infine in rari casi è possibile registrare l’impatto di comete e/o asteroidi sul pianeta. Infatti, data la sua notevole massa, Giove attrae gravitazionalmente su di se gli oggetti di passaggio quali appunto asteroidi e comete.

Con questo abbiamo concluso il nostro viaggio alla scoperta di Giove, basato su pixel, secondi d’arco ed osservazioni dirette… insomma, quello che in fondo è l’Astronomia.




Giove – 18/03/2016

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 250 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): QHY 5L-II-C [3.75 μm]

Montatura (Mount): SkyWatcher NEQ6

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): Registax 5 + Adobe Photoshop CC 2015

Accessori (Accessories): Lente di Barlow TeleVue Powermate 5x (TeleVue Powermate 5x Barlow lens)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 800 x 600 (originale/original), 430 x 344 (finale/final)

Data (Date): 18/03/2016

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di 1250 frames

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 81.3%

Giove - 18/03/2016




C/2013 US 10 (Catalina) – 15/01/2016

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Rifrattore ED (ED reftactor) Tecnosky Carbon Fiber 80mm f/7

Camera di acquisizione (Imaging camera): Canon EOS 40D (filtro LPF2 rimosso / LPF2 filter removed) [5.7 μm]

Montatura (Mount): iOptron CEM60

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore Tripletto APO FPL53 (APO reftactor triplet FPL53) Tecnosky 80mm f/6

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): riduttore/spianatore 0.8x a quattro elementi (four elements 0.8x reducer/field flattener).

Software (Software): PixInsight 1.8 + Adobe Photoshop CC2015

Accessori (Accessories): non presente (not present)

Filtri (Filter):  2” IDAS LPS-D1

Risoluzione (Resolution): 3888 x 2592 (originale/original), 3752 x 2473 (finale/final)

Data (Date): 15/01/2016

Luogo (Location): Sormano – CO, Italia (Italy)

Pose (Frames): 29 x 240 sec at/a 1600 ISO.

Calibrazione (Calibration): 13 dark, 63 bias, 51 flat

Fase lunare media (Average Moon phase): 37.4%

Campionamento (Pixel scale): 2.63 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 448 mm

Note (note): per le stelle si è utilizzata la somma dei primi quattro frame.

C/2013 US10 (Catalina) - 15/01/2016




Mercurio – 29/12/2015

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Ritchey-Chrétien GSO 203 mm f/8

Camera di acquisizione (Imaging camera): QHY 5L-II-C [3.75 μm]

Montatura (Mount): iOptron CEM60

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): non presente (not present)

Camera di guida (Guiding camera): non presente (not present)

Riduttore di focale (Focal reducer): non presente (not present)

Software (Software): Registax 6.1 + Adobe Photoshop CC 2015

Accessori (Accessories): Astrosolar filter (203 mm aperture) , Lente di Barlow TS APO 2.5x (TS 2.5x APO Barlow lens)

Filtri (Filter): non presente (not present)

Risoluzione (Resolution): 1280 x 960 (originale/original), 734 x 558 (finale/final)

Data (Date): 29/12/2015

Luogo (Location): Briosco – MB, Italia (Italy)

Pose (Frames): somma di 500 frames

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 81.4%

Note:

Mercurio - 29/12/2015




C/2013 US10 (Catalina) – 24/12/2015

Telescopio o obiettivo di acquisizione (Imaging telescope or lens): Newton SkyWatcher Black Diamond 150 mm f/5

Camera di acquisizione (Imaging camera): CCD Atik 383L+ B/W [5.4 μm] @ -12.0°C

Montatura (Mount): iOptron CEM60

Telescopio o obiettivo di guida (Guiding telescope or lens): Rifrattore acromatico SkyWatcher 102mm f/5

Camera di guida (Guiding camera): Magzero MZ-5m B/W [5.2 μm]

Riduttore di focale (Focal reducer): non presenti (not present)

Software (Software): PixInsight 1.8

Accessori (Accessories): correttore di coma Baader MPCC MkIII (coma corrector)

Filtri (Filter): 2” Astronomik UHC-E + 2” Astronomik L

Risoluzione (Resolution): 3362 x 2504 (originale/original), 3362 x 2537 (finale/final)

Data (Date): 25/12/2015

Luogo (Location): Sormano – CO, Italia (Italy)

Pose (Frames): 1 x 600 sec bin 1×1

Calibrazione (Calibration): non presente (not present)

Fase lunare media (Average Moon phase): 99.6%

Campionamento (Pixel scale):  2.9510652 arcsec/pixel

Focale equivalente (Equivalent focal lenght): 750 mm

Note (note): Singolo frame ottenuto con PixInsight

C/2013 US10 (Catalina) - 24/12/2015