スバル ovvero Subaru: nome dato dai giapponesi all’ammasso stellare delle Pleiadi. Lo stesso nome è stato attribuito successivamente ad una nota casa automobilistica, il cui logo rappresenta cinque stelle tra le più luminose che costituiscono l’ammasso. Nell’antica Grecia sono invece sette le stelle ritenute più luminose, identificate con le sette sorelle: Asterope, Merope, Elettra, Maia, Taigete, Celaeno e Alcyone.
Come nel caso del doppio ammasso del Perseo, che avrete incontrato od incontrerete durante la visita alla mostra, anche le Pleiadi sono un ammasso aperto. Queste si sono formate circa cento milioni di anni fa, all’epoca dei dinosauri, e distano da noi 443 anni luce. Le circa mille stelle che costituiscono l’ammasso, ancora circondate dalla nebulosa molecolare gigante da cui sono nate, sono di colore blu. Dopo Sole e Luna, le Pleiadi a seguito della loro intensa luminosità sono state oggetto di raffigurazioni artistiche fin dai tempi più antichi come nel caso del disco di Nebra del 1600 a.C. Persino Giovanni Pascoli parlò di loro nel “gelsomino notturno”:
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
dove la “Chioccetta” è il nome popolare attribuito all’ammasso aperto.
DETTAGLI: l’immagine è stata ripresa con una Canon EOS 40D modificata per l’astrofotografia e telescopio Newton 150 mm f/5. Essa è la somma di 7 scatti, ciascuno esposto 600 secondi a 640 ISO. Riprese effettuate il 19/12/2014 dalla Colma di Sormano (CO). Dati tecnici disponibili all’indirizzo https://www.astrotrezzi.it/2014/12/m45-ngc-1432-19122014/ .
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